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LA SOLITUDINE DEL NUMERO PRIMO

 

Dopo aver vinto a mani basse il premio Merck Serono, dedicato a saggi e romanzi che stimolino un interesse per la cultura scientifica, lo strano caso ad opera di Mark Haddon, pubblicato nel 2003, è ora in attesa di fare la sua comparsa in sala. La Warner bross si è infatti accaparatta i diritti per l'adattamento di questo romanzo, che pur inquadrato nel genere giallo esula dal canone ed offre uno sguardo e più di una riflessione su una condizione di vita facilmente fraintesa e interpretata come aridità emotiva. In un mondo di lacrime e piazzate mediatiche è quasi inevitabile essere considerati outsider se si dimostra una certa attitudine alla riflessione, se poi si è affetti da sindrome di Asperger (una forma di Autismo) non c'è proprio partita! Christopher Boone, eroe della nostra storia, ha quindici anni, ama la matematica (e di fatti il libro è intessuto di quesiti matematici come chicche), il rosso e Sherlock Holmes (ma non sir Conan Doyle!). Di contro, Christopher non tollera essere toccato, il marrone e il giallo, non capisce le barzellette e le metafore e non mangia cibi entrati in contatto l'un l'altro nel piatto. Intrappolato nel suo isolamento emotivo ha fatalmente la tendenza a prendere alla lettera tutto ciò che gli viene detto, con conseguenze spesso esileranti. E' attraverso la sua voce narrante e quindi dal suo particolare punto di vista che siamo trascinati nel caso del delitto canino, che il protagonista decide di affrontare sulla scia delle imprese di Sherlock Holmes. E, per quanto possa sembrare anomalo, l'omicidio di Wellington, il cane della vicina, è realmente avvincente e tiene il lettore incollato al libro.

Fra perle di saggezza ("c'è sempre qualcosa di nuovo che la scienza può scoprire, e tutti i fatti che si danno per scontati possono rivelarsi completamente sbagliati") e situazioni al limite del paradosso, Christopher Boone isolato nella sua atarassia scoprirà l'assassino del buon Wellington e il lettore sarà costretto ad ammettere che i cosidetti sani non dicono quasi mai la verità, raramente si comportano in modo logico, spesso e volentieri creano problemi senza soluzione. E una volta chiuso il libro, di fronte a una logica serena e intransigente, la domanda sorge spontanea: sarò sano di mente?

LO STRANO CASO DEL CANE UCCISO A MEZZANOTTE
18 settembre 2010
 
Dante Picca
LO STRANO CASO DEL CANE UCCISO A MEZZANOTTE
 
Autore   Mark Haddon
Titolo originale The Curious Incident of the Dog in the Night-Time
Editore Einaudi
Pagine  

247

Prezzo di copertina   € 16,00
ISBN   8804547316
Descrizione   Quando scopre il cadavere di Wellington, il cane barbone della vicina, Christopher Boone capisce di trovarsi davanti a uno di quei misteri che il suo eroe, Sherlock Holmes, era così bravo a risolvere. Perciò incomincia a scrivere un libro mettendo insieme gli indizi del caso dal suo punto di vista.
E il suo punto di vista è davvero speciale. Perché Christopher soffre della sindrome di Asperger, una forma di autismo, e ha un rapporto molto problematico con il mondo. Odia essere toccato, odia il giallo e il marrone, non mangia se cibi diversi vengono a contatto l'uno con l'altro, si arrabbia se i mobili di casa vengono spostati, non riesce a interpretare l'espressione del viso degli altri, non sorride mai. Adora la matematica e l'astronomia, e uno dei suoi pensieri preferiti è immaginare di essere l'ultimo uomo sopravvissuto sulla Terra, o l'unico marinaio a bordo di un sottomarino nelle profondità dell'oceano. Scrivendo il suo libro giallo, e ripensando a romanzi come Il mastino dei Baskerville, Christopher inizia a far luce su un mistero ben più importante di quello del cane barbone. Come è morta sua madre? Perché suo padre non vuole che lui faccia troppe domande ai vicini? Per rispondere a queste domande dovrà intraprendere un viaggio iniziatico in treno e in metropolitana, in luoghi e situazioni che prima di allora avrebbe trovato intollerabili, approdando a una sorta di età adulta, orgoglioso di sapersi muovere nel mondo caotico e rumoroso degli altri.


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