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riflessioni
LE OCCASIONI DELLA CRISI

 

Avversari della società civile, oltre che dei Governi nazionali, sono gli imprenditori disonesti e le associazioni criminali, gli evasori fiscali e i fanatismi terroristici, ma soprattutto i poteri occulti che si celano dietro a speculazioni finanziari.
Gruppi ai quali si rivolgono, direttamente o indirettamente, ogni singolo abitante di questa Terra e che lasciano i politici e i militari, nell'illusione di conseguire, anche illecitamente, il potere.
Una presenza paragonata dal ministro svedese Anders Borg a quello degli sciacalli, non escludendo la partecipazione della Svezia che non adotta l’Euro, al fondo per salvare la Grecia. Un giudizio innanzitutto morale che ben tratteggia il profilo di personaggi che operano in un’area grigia.
L’Europa può osteggiare questi sciacalli della finanza che muovono i fili di speculazioni, anche per manovrare la politica, affiancando all’Unione monetaria quella fiscale. Un obbiettivo che si è fatto più vicino con la creazione di un fondo unico di 500/750 miliardi di Euro, di cui 250 provenienti dal Fmi -Fondo monetario internazionale - che garantirà le economie deboli e con la possibilità di sostenere i titoli meno “appetitosi”. Un fondo che fornirà più poteri alla Banca centrale europea e porterà ad una reciproca responsabilità economica dei vari paesi dell’Euro e dell’Unione, nonostante la resistenza tedesca e quella britannica. Una Germania con un partito di governo più debole dopo la tornata elettorale in Renania-Westfalia e una Gran Bretagna cocciutamente agnostica nei confronti dell’Euro e con le difficoltà di formare un governo dopo i risultati elettorali amletiche di maggio. Due diverse ostilità che non impediranno di condurre a più Europa.

La crisi come occasione per rafforzare l’Unione Europea e non indebolirla con la curiosa proposta di istituire due Euro, continuando a lasciare libertà di manovra nelle scelte economiche dei singoli paesi, evitando di affrontare una trattativa serrata, accantonando gli interessi nazionali per una vera Unione economica, dove ogni paese sarà responsabile dell’altro, senza un Euro del nord e uno del sud, e con un maggior controllo sull’indipendenza delle varie agenzie di rating come la Standard & Poor's, la Moody's e la Fitch Ratings, fermando sul nascere i venticelli calunniosi, come Gioacchino Rossini faceva notare nel suo Barbiere di Siviglia, che si insinuano, una voce e una parola, di bocca in bocca, tra le persone, senza una verifica, al fine di danneggiare sempre i piccoli risparmiatori.

Con il caso Grecia si riparla di dare nuove regole al mercato finanziario e una scusa per chiudere la porta ai Paesi dell’Est, ma una Europa più unità potrà “far piangere gli speculatori” (Luigi Spaventa) e il Mondo reale del lavoro avrà la sua rivincita su quello improduttivo e illusorio della finanza.

Anche l’arte esprime il suo disappunto verso il potere della Finanza, come ben comunica il dito medio alzato dell’opera di Maurizio Cattelan che a settembre dovrebbe essere collocata davanti alla Borsa di Milano, in occasione della personale a Palazzo Reale. Un’opera che sta sollevando più di una “perplessità”, ma che è stata sdoganata con la formula dell’ironia e come il sindaco di Milano ha voluto sottolineare “anche la finanza, in un momento, di crisi ha bisogno di ironia". Uno sberleffo che rischia di essere imbavagliato.

10 maggio 2010
g.l.
 


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