Mediterranea

le memorie del ghiottone

Ammettiamolo, è dal primo episodio cinematografico della saga degli X-men che ce lo chiediamo: cosa cela il passato dello smemorato Wolverine, nome inglese dell'unghiuto Ghiottone. Le soluzioni sono due: rileggersi i fumetti della Marvel o andare al cinema.
Dietro la macchina da presa a narrarci le origini del più solitario dei super eroi con super problemi non c'è più Brian Singer, che aveva firmato la regia dei primi due episodi della saga degli X-men, ma Gavin Hood e la differenza si sente eccome. Singer aveva creato un personaggio ombroso e a tratti dolenti, assecondando i tratti animaleschi e l'istintività di Wolverine. Completamente diverso l'approccio di Hood, che pure dirige un buon film d'azione a discapito tuttavia dello spessore del personaggio principale. Come Singer, anche Hood rimaneggia ampiamente l'universo Marvel, che può considerarsi a buon diritto una vera e autentica letteratura popolare. Ma nel rimescolare le carte non tutto riesce per il meglio e, specialmente nella conclusione, la sceneggiatura appare eccessivamente intricata. Molto bello il prologo nell'infanzia del futuro Wolverine, quasi un cortometraggio a se stante e, come era da aspettare, pirotecnici gli effetti speciali.
Hugh Jackman, che in questa pellicola appare anche come produttore, è perfetto nel ruolo di Logan/Wolverine, e questo si sapeva già, a fargli da controparte c'è Liev Schreiber nelle vesti e negli artigli di Sabretooth, che spesso e volentieri ruba la scena al protagonista.
Un'occasione evidentemente sprecata è il rapporto di amore e odio fra i fratellastri, la rilettura di Caino e Abele il regista ce l'ha sotto il naso e se la fa sfuggire. Danny Huston nella parte dello spietato dottor Striker è chiaramente ispirato alla sciagurata classe medica del regime nazista, immobile e gelido nel perseguire i suoi obiettivi. Decisamente secondari i personaggi femminili con l'unica eccezione della bella tormentata (nei limiti), Kayla. C'è anche spazio per una citazione colta di Easy Ryder con l'ingresso in moto a New Orleans e qualche siparietto divertente, Wolverine alle prese col lavandino strappa più di una risata.
Un bel film d'azione, ripeto, ma la malinconica coscienza di se' come diversi e quindi emarginati che ha caratterizzato i super eroi della Marvel è del tutto assente e più che da drammi esistenziali i mutanti di Hood sono funestati da dialoghi al limite da fotoromanzo.

Claudia Patruno

X-MEN LE ORIGINI: WOLVERINE
Titolo originale
X-Men Origins: Wolverine
Nazione
USA 2009
Genere
Azione,
Durata
118 min.
Regia
Gavin Hood
Cast

Hugh Jackman, Liev Schreiber, Danny Huston, Dominic Monaghan, Ryan Reynolds, Taylor Kitsch, Lynn Collins,

Trama

Alla morte del padre, il piccolo James Howlett scopre di essere un mutante dotato di poteri straordinari e fugge da casa insieme al fratello Victor, assumendo il nome di Logan. Dopo aver combattuto fianco a fianco per oltre un secolo di guerre, Logan e Victor vengono ingaggiati da un ambiguo ufficiale dell’esercito americano, William Stryker, in una squadra speciale composta da altri mutanti come loro, il Team X.

web

http://www.x-menorigins.com/

RC- 5 - Anno III 7 maggio 2009

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