Mediterranea

Scacco a Dio: una crisi esistenziale… divina

Chi non ha mai avuto il desiderio di ribellarsi al proprio destino e di far prendere alla propria esistenza una strada diversa da quella lungo la quale gli eventi sembrano inevitabilmente e ostinatamente condurla?
Almeno una volta nella vita ognuno di noi ha sentito, sente o sentirà dentro di sé quel mix esplosivo di insoddisfazione e voglia di cambiamento che, se shakerate al punto giusto, si trasformano in un sentimento a tinte forti che non conosce sfumature: la ribellione.
Ma chi si sarebbe mai aspettato di scoprire che una straordinaria volontà di ribellarsi al proprio destino ha animato, in passato, personaggi famosi divenuti ormai per il mondo intero delle icone incastonate nella Storia?
Ci voleva la sfrenata fantasia di Roberto Vecchioni per dare una seconda chance a letterati come Oscar Wilde, Catullo e Shakespeare, al matematico Évariste Galois, al famoso attore Sir Alec Guinness, all’imperatore Federico II,  al campione del mondo di scacchi Capablanca, al leggendario JFK e a molti altri “storici big” dei quali, fino ad ora, credevamo di sapere vita, morte e miracoli.
Credevamo, appunto, e invece sembra proprio che a volte le cose siano andate in modo diverso da come “la storia racconta”, per lo meno nella fervida mente del grande Vecchioni-cantastorie. 
Con il suo inconfondibile tono ironico e beffardo, il professore della musica italiana ci conduce per mano nel suo mondo parallelo e ci fa trovare di fronte ad un misterioso ed enigmatico Oscar Wilde che dopo anni di carcere vive sotto falso nome nel nord della Francia. Continuando a sfogliare le pagine di “Scacco a Dio”, ci stupiamo nello scoprire che il matematico Évariste Galois è sì morto in un duello ma non per una donna bensì a causa dello sconvolgente risultato delle sue ricerche, ci imbattiamo nell’attore sir Alec Guinness, che si converte dopo uno strano colloquio in una chiesa durante le riprese del film in cui veste i panni di padre Brown, incrociamo Capablanca e scopriamo che non ha perso il suo titolo come credevamo…
Questo viaggio, perfettamente organizzato dalla mente fantasiosa di Vecchioni, procede spedito in un susseguirsi di colpi di scena e esilaranti siparietti tra Dio e Teliqalipukt, il suo “primo consigliere", una specie di angelo mandato sulla terra con lo scopo di seguire gli uomini per poterli poi raccontare ai "piccoli immortali, i suoi allievi".
Cosa centra Dio in tutto questo? Centra eccome, anzi i racconti prendono forma proprio per rispondere ad una sua precisa esigenza: capire gli uomini, quelle sue creature ribelli che ormai gli sembra di non capire più. Per assaporare meglio questa esilarante e, al contempo, commovente crisi esistenziale divina leggiamo alcune delle parole che Vecchioni fa pronunciare al suo Dio confuso: “Sembra quasi che [gli uomini] lo facciano per farmi dispetto: arrivati a un certo punto è come se (…) s’incidessero un’altra linea della vita sulla mano. No, non parlo di peccati, quelli son minuzie: dico il loro cammino, il corso del loro destino. Hanno un solco da seguire, un viaggio da compiere e improvvisamente lo cancellano, lo resettano, vogliono essere altri da sé (…). È come se in un’immaginaria scacchiera non accettassero più le diagonali di un alfiere, i salti di un cavallo, le rette di una torre, cioè le regole che conducono a quell’unica suprema bellezza che è il fine, e la fine. Non vogliono, non vogliono più: i cavalli escono dalla scacchiera, le torri volano in alto, i pedoni ripercorrono i propri passi, e in questo delirio, in questo gioco stravolto, ingannando lo spazio e barando con il tempo, spacciano ’sta falsa libertà per uno scacco a me, uno scacco a Dio.
Ecco cosa mi tormenta e cosa voglio capire: dove ho sbagliato?”
Ma il dubbio non è sempre stato prerogativa umana? Siamo noi uomini a non capire il mistero di Dio, a chiederci quale sia il destino che lui ci ha riservato, a interrogarci sul senso ultimo degli eventi. Invece, questa volta è Lui ad andare in tilt: non capisce più le sue creature ribelli e chiede al suo fidato Teliqalipukt di spiegargliele, dal momento che nessuno le ha conosciute più da vicino del suo “primo consigliere”. Inizia così una sorta di "terapia" in cui Teliqalipukt – vecchia conoscenza dei lettori di Roberto Vecchioni – di seduta in seduta si fa cantastorie al cospetto di un Dio piuttosto bizzarro che si presenta a noi travestito una volta da pittore Rinascimentale, un’altra volta da cuoco, un’altra ancora da trapezista e addirittura da dama del '500.
Quest’ultima fatica letteraria di Roberto Vecchioni è un susseguirsi di immagini suggestive e accattivanti, di pennellate che danno colore intenso ad una riflessione estremamente interessante, condotta in modo ironico e originale, che ruota attorno al rapporto tra destino e libero arbitrio.


Linda Fratoni

Scacco a Dio
Titolo originale
Scacco a Dio
Autore
Roberto Vecchioni
Edizioni

Einaudi

Pagine
254
EAN

9788806198497

Prezzo di copertina:
Euro 17,50
Descrizione:

E se un giorno Dio, in piena crisi esistenziale, si travestisse da pittore del Rinascimento o da chitarrista rock, da trapezista o da cortigiana, per cercare di comprendere gli uomini, quelle sue creature ribelli che ormai gli sembra di non capire più? Cosi infatti si presenta il Creatore davanti a Teliqalipukt, il "suo primo consigliere", una specie di angelo mandato sulla terra con lo scopo di seguire gli uomini per poterli poi raccontare ai "piccoli immortali, i suoi allievi". E proprio a lui Dio chiede di spiegarglieli, gli uomini, lui che li ha conosciuti da vicino.
Da Catullo a JFK, passando per Shakespeare e Federico II, i protagonisti dei racconti - che danno forma a un unico romanzo - sono accomunati dalla volontà di ribellarsi a un destino che appare già segnato.

RC- 7/8 - Anno III 2 agosto 2009

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