Mediterranea

Octahedron

"Questo non è un album acustico, ma la nostra versione di quello che consideriamo un album acustico", queste le parole con cui il vocalist Cedric Bixler-Zavala presenta il quinto album in studio dei Mars Volta. L'annuncio di una svolta acustica per la band texana in effetti era già stato dato al domani della pubblicazione di “The Bedlam in Goliath”, titanico e premiato dai Grammy Awards, dall'eclettico chitarrista Omar Rodriguez-Lopez, spalle strette e occhialoni da nerd, vera gallina dalle uova d'oro al quale si deve l'inesauribile creatività del gruppo. Il "dinamico duo" Cedric/Omar, due siamesi dai tempi dei "At the Drive In", opera una decisiva sforbiciata all'organico (via il sassofonista Adrián Terrazas González e il manipolatore di suoni Pablo Hinojos-Gonzalez), ma non rinuncia alle eccellenti e consolidate collaborazioni come il contributo del Chili Pepper, John Frusciante. In cambio ottiene un suono più compatto, un miglior bilanciamento fra l'aggressività hardcore e le spasmodiche improvvvisazioni prog e, se è vero che mancano in quest'ultimo “Octahedron” molti dei virtuosismi che fanno da marchio di fabbrica dei Mars Volta è altrettanto vero che "la cura dimagrante" ha il pregio di non portare a ridondantati cadute di tensione. Anche l'ego - smisurato - della band si esprime senza autocompiacimento strutturato secondo un dualismo di improvvisazione e sperimentazione di matrice Jazz. La voce penetrante di Zavala offre una prova magistrale, spogliata di filtri ed effetti, si conferma vocalist dallo stile e dal timbro unici, a lui si devono i testi criptici e visionari come istantanee del momento in cui il sogno si tramuta in incubo. Come sempre la scelta della scaletta segue un preciso climax che prende l'avvio dal tono narrante alla "c'era una volta" di “Since We’ve Been Wrong" che dall'arpeggio di chitarra iniziale prende respiro e volo per poi dissolversi come una brina. Già in "Teflon" si aumenta il ritmo con i classici "stop and go" della band, la ritmica continua poi a crescere in modo serrato in “Halo of Nembutals”. C'è appena il momento di riprendere fiato in “With Twilight as my Guide”, in cui l amancanza della batteria è tutta in favore delle liriche ( “The devil makes me dream, like no other mortal dreams”) per arrivare a "Cotopaxi" in piena accelerazione. Con “Desperate Graves” riprende l'alternanza (in crescendo) fra melodia e impennate furibonde, in“Copernicus”ricompare la texture elettronica che accompagna anche le note finali di “Luciforms, che promette e mantine un finale rutilante.
I Mars Volta sono una band da amore assoluto o odio (altrettanto assoluto), ma sicuramente “Octahedron” nel complesso della loro inarrestabile produzione, rappresenta il loro lavoro più accessibile e una delle migliori uscite del 2009.

CP

Octahedron

Tracce

Since We've Been Wrong (7:21)

Teflon (5:04)

Halo of Nembutals (5:31)

With Twilight as My Guide (7:52)

Cotopaxi (3:38)

Desperate Graves (4:57)

Copernicus (7:23)

Luciforms (8:22)

RC- 7/8 - Anno III 2 agosto 2009

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