Mediterranea

al posto del fuoco

Qualcosa di diverso nella musica italiana può esistere! Qualcosa di veramente autentico può avere la ragione di essere! C’è una realtà in Italia capace di creare la propria etichetta, il proprio studio di registrazione e proporre la sua musica senza mezzi termini e compromessi, il nome? Meganoidi!

Forse a molti di voi verranno in mente i ritmi in levare di “Supereroi” e quant’altro, beh se state pensando così vi sbagliate alla grande! Il loro ultimo disco s’intitola “Al posto del fuoco” e segue la strada all’insegna dell’autenticità segnata dal precedente “Granvanoeli”: una strada autentica, sincera e diretta.

Granvanoeli” era un disco fantastico, una vera e propria miniera d’oro perduta in mezzo al deserto delle false proposte indie, aveva una sua materia narrativa e sonora capace farlo volare alto sulla mediocrità che spesso pullula nel nostro mercato discografico.

I genovesi hanno continuato a seguire la propria indole, andando contro le attese di moti, rischiando tutto e sfidando tutti, il risultato? “Al posto del fuoco” un disco splendido e variegato!

Prima di tutto è da rilevare l’utilizzo dell’italiano in maniera definitiva (nei dischi precedenti italiano e inglese si erano spesso alternati), con liriche capaci di tessere un paesaggio tipico e personale, sonorità variegate ma sempre dirette e mai scontate.

E’ davvero bello riflettere sui testi dei Meganoidi: testi mai scontati e banali ma sempre dotati di una gran forza evocativa, un paesaggio che è quello quotidiano che crea e genere falsi miti e mostri contro i quali ogni giorno s’ingaggiano battaglie all’ultimo sangue.

Strumentalmente il sound dei Meganoidi è oramai maturo e perfetto, ha scolpito e smussato gli angoli più bui e ora è pronto a combattere sul campo e abbattere tutto davanti a se con una forza unica nel suo genere.

Altrove” e “Aneta” sono brani tiratissimi che tolgono il fiato, “Dighe” risente degli echi di “Granvanoeli” sia nelle sonorità sia nella letteratura dei testi ed è un pezzo di poesia pregevole da custodire gelosamente dentro di noi.

Ma all’interno dell’ultima fatica dei genovesi c’è molto altro: tentativi sperimentali ed elettronici in “Dune”; un brano diretto e perfetto nella summa dei suoi elementi come “Scusami Las Vegas” capace di entrarti sotto pelle già al primo ascolto; una piccola poesia metropolitana senza voglia di strafare come “Mia”; il ricordo dei Massimo Volume in “Solo alla fine” brano evocativo che trasporta l’immaginario in paesaggi onirici lasciando all’ascoltatore la possibilità di perdersi e ritrovarsi continuamente.

Una volta che il disco finisce la tentazione di riascoltarlo da capo è davvero forte, questo non deve indurci a pensare che si tratti di un disco di facile ascolto che dopo cade nel dimenticatoio, si tratta, invece, di un capolavoro e con i capolavori si sa… è amore a prima vista, anzi ascolto!

“Al posto del fuoco” si chiude in questo modo:

Il carro di chi appare vincitore non si arresta se non passa dalle vie del centro e dopo dentro il fango crudo usarmi come carburante da bruciare e lasciare consumare è un errore del tuo gioco” e scusatemi se è poco!


CP

Al posto del fuoco
 

Tracce

Altrove

Aneta

Dighe

Dune

Scusami Las Vegas

Ima-go-go

Mia

Solo alla fine

Your desire

Stormo

Al posto del fuoco


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