Mediterranea

INFRASTRUTTURE IN CAMBIO DI CEMENTO

L’edificazione è la soluzione meno laboriosa per sollecitare la “ricchezza” di un territorio, ma sarebbe anche politicamente intelligente utilizzare tale possibilità per rilanciare, oltre che l’economia, il rapporto cittadino-ambiente, realizzando le infrastrutture necessarie per la mobilità sostenibile.
Tale assioma coinvolge anche la riduzione del CO2 e di conseguenza fare un altro passo per allinearsi alle speranze europee per l’ambiente.
In questo ambito la lottizzazione del 30% dell’ex terzo Deposito Carburanti di Vitinia, tra Roma e Ostia, potrebbe essere un ottimo laboratorio, prevedendo l’utilizzo del vecchio tracciato ferroviario all’interno del complesso militare, prolungandolo sino a Spinaceto, facilitando l’accesso alla stazione di Vitinia a tutti gli abitanti relegati oltre la Cristoforo Colombo e verso la Pontina, obbligati ad intasare ed inquinare con le loro auto le anguste strade di via Mezzocamino e del Risario.
Oltre centomila residenti con un efficace, pure se non proprio efficiente, mezzo pubblico quale è la metropolitana di superficie che collega Roma ad Ostia. Dei cittadini che non passeranno del tempo in coda e arriveranno al lavoro meno stressati e forse saranno cortesi con il prossimo.
È l’occasione per il sindaco Alemanno, dopo aver contrastato con efficacia la realizzazione del parcheggio sotto il Pincio, rendere fruttuoso il progetto approvato dalla Giunta Veltroni (ATO R62), anche per gli abitanti della zona e non solo per i costruttori, evitando un saccheggiare della periferia, delle sue bellezze paesaggistiche e testimonianze artistiche, regalando una colata di 150.000 metri cubi di cemento, pari a 500 appartamenti, sull’area militare in dismissione, senza un controllo del progetto edilizio. Un’area che da tempo l’associazione ViviamoVitinia voleva destinare completamente a parco pubblico, recuperando alcuni edifici per usi culturali e sociali.
Il parcheggio del Pincio era sotterraneo, ma al centro di Roma, l’insediamento urbano in una zona dove edificazione già dal Ventennio ha avuto un andamento caotico, con esempi di abusivismo condonato in un’urbanizzazione fatta in gran parte di strisce d’asfalto intasate da parcheggi selvaggi.
Una situazione di viabilità più simili a vicoli che a strade, con la prospettiva di aggravarsi con una edificazione che non consideri alla creazione di un serio trasporto pubblico.
 magnanimo a fornire più di un’occasione di malumore, il Sindaco del cambiamento vuol negare del verde attrezzato ad una comunità stretta tra la via Ostiense e la Cristoforo Colombo?


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