Mediterranea

ENIGMATICI SORRISI

La statuaria etrusca, generalmente in terracotta, mostra volti dai grandi occhi allungati e labbra tirate all’insù in una sorta di sorriso beffardo; dalle vetrine dei musei sembrano contemplare il mondo quasi assorti nel ricordo di un millenario passato. Già in antico si dibatteva se gli Etruschi fossero una popolazione autoctona più sviluppata dei propri vicini o un popolo venuto dall’Oriente, quale che sia la risposta tra il VII ed il V secolo a.C. gli Etruschi abitavano l’attuale Toscana e l’Alto Lazio estendendo la loro influenza nella zona di Cuma in Campania e nel Delta del Po; la storia romana sui re Tarquini adombra sicuramente un periodo di dominazione etrusca sulla città. L’Etruria conobbe un periodo di grande splendore per una agricoltura molto sviluppata e per intensi commerci con Cartaginesi e Greci resi noti dalle grandi quantità di pregiato vasellame ellenico in argilla e bronzo ritrovato nei corredi funerari ma alla grande sviluppo economico e culturale non si accompagnava una potenza politica in quanto esistevano numerose città-stato indipendenti raggruppate al più in leghe non molto coese. La decadenza iniziò nel 474 a.C. allorché gli Etruschi furono sconfitti dai Greci perdendo la loro influenza in Campania, nel IV secolo i Galli Senoni e Boi  si istallarono nella Pianura Padana occupando gli empori commerciali etruschi e Roma resasi indipendente iniziò il suo contrattacco che si articolò nella conquista metodica delle varie città etrusche a cominciare da Veio nel 395 a.C.. La ricca e articolata civiltà etrusca quasi scomparve sotto l’urto latino; le città distrutte o ridotte a modesti borghi, annientata l’economia, i costumi, l’arte, anche la lingua fu completamente dimenticata rimanendo di essa soltanto un certo numero di iscrizioni funerarie leggibili ma inidonee per ricostruirne struttura e sintassi. Tranne pochi resti di edifici religiosi o civili il ricordo del popolo Etrusco è rimasto legato quasi solo ad un gran numero di tombe che dal ‘700 sono tornate alla luce facendo riscoprire una civiltà sino ad allora nota da fonti letterarie. Ma gli Etruschi anche se distrutti politicamente ed economicamente influenzarono in maniera profonda la vita della Roma repubblicana che recepì istituti politici ed amministrativi, costumi sociali, istanze artistiche. A cura di Mario Torelli e Anna Maria Moretti è stata aperta a Palazzo delle Esposizioni una mostra che illustra la storia degli Etruschi esaminando in particolare le città del Lazio, Veio, Cerveteri, Vulci, Tarquinia, viste nelle loro differenti articolazioni culturali, sociali, religiose, commerciali. Di Veio è stato ricostruito il tempio di Apollo con le sue celebri statue poste sulla sommità del tetto, Cerveteri mostra la sua particolare architettura funeraria costituita da tombe a tumulo, sovente di ampie dimensioni, ancora visibili nelle località del Sorbo, della Banditaccia e di Monte Abetone. Vulci offre lo spettacolare Ponte del Diavolo e le grandiose tombe della Cocumella, alta 65 metri, e Francois con il celebre ciclo di affreschi ora in proprietà Torlonia e conservati a Villa Albani, Tarquinia infine si presenta con le sue più di cento tombe dipinte, vera pinacoteca del mondo etrusco, e con il suo porto di Gravisca riscoperto pochi decenni or sono e testimone dell’intensa vita commerciale e dei contatti con il mondo greco e fenicio. Una serie di interessanti reperti infine illustra al visitatore la vita del popolo dai grandi occhi e dal sorriso enigmatico, la sua religione, la sua arte, la sua economia, i suoi commerci, i suoi costumi.

Roberto Filippi

Etruschi
Le antiche necropoli del Lazio

Roma
Palazzo delle Esposizioni

via Nazionale 194

Dal 21 ottobre 2008 al 5 gennaio 2009

Orario:
domenica, martedì, mercoledì, giovedì dalle 10.00 alle 20.00
venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30

lunedì chiuso

Informazioni:
Tel. 06/489411
www.palazzoesposizioni.it


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ROMA CULTURA Mensile di Immagini, Suoni e Scritture
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