Mediterranea

RITORNO ALL’OVILE

Grazie all’impegno del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale sono tornati nella disponibilità del Comune di Roma 618 pezzi archeologici in parte provenienti da sottrazioni avvenute in varie epoche, in gran parte rinvenuti in scavi clandestini.
La maggior parte dei reperti non ha in se particolare interesse o valore ma lo scavo clandestino è un fenomeno di estrema gravità in quanto i “tombaroli” per la ricerca del singolo oggetto sconvolgono le stratigrafie archeologiche decontestualizzando quanto trovato e annullando, nel sito dello scavo, possibilità future di ricerca e di studio.

Tra quanto recuperato i pezzi più pregiati sotto l’aspetto storico e  artistico sono una statua acefala femminile, di tipo funerario, con mantello in nenfro, materiale tufaceo di color grigio scuro, forse proveniente da Lanuvio e datata I secolo a.C. ed un blocco di marmo di età tardo repubblicana con una scritta riguardante una via porticata nelle vicinanze del Foro Romano; molto interessanti anche un cippo di epoca imperiale con dedica a Giove Sabazio ed una lastra di marmo con iscrizione che cita Eracle.

Il reperto più curioso è un frammento della Forma Urbis rappresentato in una copia settecentesca che dovrebbe essere stato asportato dalle raccolte comunali addirittura negli anni Trenta del ‘900. La Forma Urbis era una grande pianta di Roma incisa su lastre di marmo in epoca Severiana, primo decennio del III secolo d.C., ed affissa su un muro nel Foro della Pace, dove ora sorge la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano ai Fori Imperiali; crollata nel medioevo ne furono rinvenuti numerosi frammenti, pari a poco più di un decimo della superficie, nel ‘500 e entrarono nelle collezioni dei Farnese.
Secoli dopo, attraverso varie vicende e purtroppo alcune perdite, i frammenti divennero di proprietà del Comune di Roma e oggetto di molti studi in quanto si tratta di elementi indispensabili per conoscere la topografia della Roma di epoca imperiale. Nel ‘700 di alcuni frammenti vennero fatte copie marmoree e quello recuperato è uno di questi, rappresenta una parte di edificio che gli studiosi hanno identificato con il tempio di Minerva Chalcidica che in quell’epoca sorgeva di fronte all’attuale ingresso del Collegio Romano, ora Liceo Visconti.

Ben tornato o ben arrivato a questi reperti archeologici con l’augurio che i Carabinieri, e le altre Forze dell’Ordine, possano continuare ed anzi aumentare la loro attività di recupero di quanto fraudolentemente asportato e di blocco degli scavi clandestini.

 

Roberto Filippi 

 


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