Mediterranea

REGOLE DI INGAGGIO

Spesso i libri piccoli sono i migliori: concisi, razionali, convincenti; e micidiali. Queste 80 pagine scritte da un noto e coraggioso giornalista americano (già pilota di aerei) andrebbero lette con cura anche dai nostri militari e funzionari, vista la tragica fine di Calipari. Si tratta della ricostruzione di quanto successe il 19 novembre 2005 ad Al-Haditha, in Iraq, dove una compagnia di Marines, per ritorsione contro un attentato dinamitardo, massacrò cinque persone a un posto di blocco e un paio di famiglie di civili rifugiatesi in casa. Protetti da regole di ingaggio ambigue, quei militari hanno potuto farlo, anche se dopo tutti sono finiti alla corte marziale, ufficiali e soldati. Ma a denunciare le irregolarità erano stati i giornalisti e soprattutto le famiglie irachene del posto, con testimonianze all’inizio sottovalutate o scambiate per propaganda. Qualcuno di voi forse ricorda ancora Seymour Hersh e la ricostruzione del massacro di My Lai e della psicologia del tenente Calley. Allo stesso modo, il nostro giornalista ricostruisce l’accaduto momento per momento, cercando però di entrare anche nel cervello dei soldati, il che è un altro motivo per spendere i soli 5,5 euro che il libro costa. Si trattava di un reparto misto di Marines esperti e meno esperti, con tenenti e capitani privi di esperienza e quindi complessati di fronte ai loro soldati e sergenti. Le operazioni erano di routine, ma si sa che possono passare settimane di quiete prima di un attentato con un IED, l’ordigno artigianale nascosto dietro un cespuglio. Proprio quello che successe, causando la morte di un soldato e il ferimento di altri due. La narrazione lineare dell’accaduto diventa a questo punto confusa e le testimonianze sono contraddittorie. Colpa anche di interpreti maldestri, dice l’autore, che ha comunque esaminato tutto: video, verbali di tribunale, foto aeree, ricostruendo un mosaico meglio sicuramente del tribunale militare, che comunque ha condannato quei soldati a pene abbastanza dure ed ha esonerato dal comando alcuni ufficiali.
Ora, qualche osservazione. Intanto, è proprio grazie a quelle ambigue regole che Calipari è morto e chi ha sparato è stato assolto. Purtroppo, la US Army possiede tutto, tranne quello che servirebbe nelle missioni all’estero: i Carabinieri, militari cioè addestrati a trattare con la gente. I Marines in realtà sanno anche far bene il loro mestiere ed hanno una struttura più agile di quella della normale fanteria, ma non sanno trattare con i civili. Bravi a combattere, sono afasici con chi non è della tribù. Quello che poi sembra evidente è che i soldati non solo tendono a combattere la guerriglia come la guerra, ma ritengono le vittime civili come un accidente: i civili non dovrebbero trovarsi in mezzo alla linea di fuoco. Ma tutti sappiamo che ormai i civili sono ovunque parte del conflitto, quindi le regole di ingaggio come sono state impostate finora non possono andar sempre bene.
L’altra serie di domande la possiamo fare invece sui nostri soldati. Davvero gli ufficiali in missione sono più esperti dei loro fanti? Ho conosciuto ragazzi che a 25 anni già avevano tre missioni sulle spalle, mentre i loro ufficiali stanno fuori solo pochi mesi. Sicuramente sono combattenti meno alienati dei Marines, ma lo stress prolungato può fare brutti scherzi. Sinora i nostri uomini non hanno mai esagerato o dato di testa, ma bisogna sempre tenere gli occhi aperti. Specialmente con regole di ingaggio che – per garantire loro la protezione militare e giuridica – non badano agli altri.

Marco Pasquali

 

REGOLE D'INGAGGIO

Titolo originale
REGOLE D'INGAGGIO
Autore
Langewiesche William
Edizioni

Adelphi, Milano, 2007

Pagine
80
Prezzo
€ 5,50
ISBN
9788845922190
Descrizione

Al-Haditha, Iraq, 25 novembre 2005. Per ritorsione contro un attentato subìto, una compagnia di marines, protetta da regole ambigue, massacra due famiglie di civili inermi. La minuziosa, atroce istantanea di un incubo reale e senza apparente via di uscita.


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