Mediterranea

L’ARTE TRA MERCATO E MERCATO

Tanti spazi romani per la grande performance dedicati all’arte contemporanea delle gallerie, ignorando la realtà artistica romana. Quattro giorni di The Road to Contemporary Art non possono risolvere l’incomprensione tra l’arte contemporanea e il quotidiano, ma accrescere la distanza tra chi realizza e chi fruisce, mentre i galleristi continuano a domandarsi come trovare un nuovo mercato e uscire dalla crisi.
Il 15 febbraio, due settimane prima di The Road to Contemporary Art, una trentina di associazioni di artisti hanno, con l’aprire le porte e le finestre di un suggestivo spazio a Corviale, preso l’iniziativa, dopo una decina di anni di tante promesse. Non un’occupazione, ma la liberazione dal degrado di uno spazio per concretizzare il progetto di luogo per pensare e incontrare l’arte.
Non è il Palazzo Ferrajoli o Rospigliosi, il Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia o il Tempio di Adriano, il Palazzo Wedekind o le Terme di Diocleziano, ma un mercato mai reso funzionante, con ampie vetrate, è il luogo ideale per la produzione e il confronto sull’arte. Una vera “officina”, per offrire uno spazio tra lo studio e il “mercato”, un luogo di incontro per chi insegna e chi apprende, per chi di arte vive e per chi si accosta con fare meno impegnativo, più leggero, dilettante.

A Corviale, di fronte alla biblioteca comunale e a due passi dal Mitreo, altro luogo dedicato alla visione dell’arte contemporanea, non ci sono collezionisti e galleristi, ma una realtà artistica impegnata a liberare uno spazio dall’incuria e dall’abbandono. Un mercato realizzato tre anni fa, nell’ambito del progetto di riqualificazione di Corviale, e mai utilizzato. Uno dei tanti luoghi abbandonati che Pino Galeota, consigliere capitolino del Prc uscente, ha individuato e impegnato per il loro riutilizzo. Certamente non risolve la cronica carenza di spazi espositivi e di lavoro, per i numerosi artisti poco conosciuti, ma essere l’inizio di un progetto più complesso che intende rivolgersi alla città.


Gli spazi pubblici sono sempre pronti ad ospitare le opere degli artisti del mercato, come Macro o MAXXI, ma altrettanto restii ad offrire dei pertugi per far emergere l’altra arte, quella senza sponsor; un atto ponderato, come spiega uno degli artisti protagonisti dell’azione, ma è dal 1999, anno dell’impegno della Giunta Comunale di Roma verso l’arte contemporanea, che si sono susseguite riunioni su riunioni e promesse su promesse, intanto continuavano i riconoscimenti istituzionali di associazioni di pochi individui e rappresentative di se stessi che, dopo aver occupato uno spazio, ottenevano ufficialmente dei locali per le loro attività.

È solo nel 2007 che la Giunta Comunale di Roma fa un ulteriore passo per tutta l’arte presente nella città e prende l’impegno per realizzare anche la Casa delle Arti Visive.

Da sempre gli artisti vivono il disagio di un’arte sotto le cattive influenze della politica e la carenza di investimenti da parte di istituzioni pubbliche per la cultura in generale e per l’arte contemporanea in particolare. Una carenza che non è riscontrabile in altri paesi del resto d’Europa e che sta portando ad inesorabile isolamento della cultura artistica italiana. Parte degli artisti italiani sembrano aver superato le reciproche diffidenze, portando avanti un confronto con le istituzioni, riscontrando in alcune un timido interesse e l’Officina di Corviale potrà essere un luogo per tutti, soprattutto per gli studenti e gli abitanti di un quartiere transennato nel suo degrado.

 Gianleonardo Latini

 


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