Mediterranea

LA SERENITÀ È NEGLI OCCHI DI CHI SCRIVE

Sembra che l’autrice, ormai anziana, abbia dichiarato che questa raccolta di racconti potrebbe essere la sua ultima. E’ forse per questo che il tono che percorre questi racconti è in diverso da quelli precedenti. In queste storie, la Munro ricostruisce le vicende del ramo scozzese della sua famiglia, a partire dall’avo vissuto nel settecento in un villaggio perduto tra le rocce e i boschi gelidi della zona di Edimburgo, e dopo, seguendo il piccolo gruppo familiare nella traversata oceanica verso l’America. E la lotta per stabilirsi in una terra selvatica, dove ogni cosa deve essere strappata alla terra con le unghie e con i denti. E le storie dei nonni, e quelle dei genitori, intuite più che conosciute, forse mai veramente davvero comprese.

Il tema inespresso di questi racconti è il passato perduto, coloro che non ci sono più, di cui restano solo nomi e frammenti di storie delle quali è ormai impossibile stabilire il vero e il falso. Il tema inespresso è il tempo, il modo in cui il tempo continua a camminare in avanti, abbandonando piano piano all’oblìo gli uomini e le donne che si lascia alle spalle.
Frammenti di lettere, vecchi mattoni e resti di costruzioni antiche, una tomba dall’architettura strana e sconosciuta in un cimitero dimenticato nelle campagna. Solo poche tracce, da cui il racconto si ricostruisce come una scommessa, come un salto nel buio, un estremo tentativo di afferrare ciò che è già saltato via dalla nostra portata.
“Io rientro certamente nella categoria dei bugiardi (…) per quello che ho scritto del viaggio. Se si escludono il diario di Walter, e queste lettere, il racconto è mia completa invenzione” dice l’autrice. Questi personaggi così vivi e veri che lei descrive, sono invenzioni tracciate a partire da poche righe su una lettera, poche parole sentite dire da un anziano.

In fondo alla linea della sua famiglia, adesso, c’è lei, ormai vecchia, ed è la sua la vita che adesso comincia a sbiadire, a perdere sostanza,  a farsi giorno per giorno più passato che presente.
Eppure, in questa constatazione sottintesa, lo sguardo della Munro è privo di qualunque amarezza, il suo tono è più dolce, più affettuoso di quello che le è consueto, e suggerisce una serenità e un amore per la vita così com’è, sia essa faticosa, incomprensibile e misteriosa, nonostante tutto. Una serenità e una dolcezza di sguardo che non possono non lasciare nel lettore alla fine del libro, un senso quasi di affetto nei confronti dell’autrice.

Marta Baiocchi

La vista da Castle Rock

Titolo originale
La vista da Castle Rock
Autore
Alice Munro
Edizioni

Einaudi 2007

Pagine
308
EAN
9788806175955
Descrizione Un volume di racconti - acuti, densi, rivelatori, perfetti, insomma, così come siamo abituati; eppure un volume un po' diverso da quelli che l'hanno preceduto. Perché qui Alice Munro scava più a fondo nel dato autobiografico e confeziona un libro che ne contiene due: il primo, attingendo a documenti storici e testimonianze illustri, ripercorre la vicenda del ramo paterno della sua famiglia, i Laidlaw, a partire dal capostipite Will O'Phaup, nato alla fine del XVII secolo nelle Lowland scozzesi, e fino alla generazione immediatamente precedente a quella dell'autrice.

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