Mediterranea

QUANDO I VIDEOGAME NON ERANO ANCORA STATI INVENTATI

Vi è mai capitato di aver letto un libro, da ragazzini, che vi era piaciuto, magari appassionato, e poi di perderlo, e di desiderare di rileggerlo, e non riuscire a trovarlo più da nessuna parte per molti anni?
A me è successo con diversi libri, e uno di questi è il Tulipano Nero. Forse mi era stato prestato da un’amichetta, forse dalla biblioteca della scuola, fatto è che non era mio e, dopo letto, l’ho dovuto restituire. Negli anni, lo vedevo di tanto in tanto nelle librerie, tra i libri per bambini, ma le edizioni ridotte e adattate e piene di figure non mi attiravano granché. Insomma, ispirata non si sa da quale buon genio, la Sellerio quest’anno mi ha fatto un regalo: mi ha ristampato il Tulipano Nero, edizione integrale, niente figure, dodici euro. Impossibile resistere, me lo sono comprato e me lo sono divorato in tre ore.

Che cosa ho ri-scoperto?
Che la scrittura di questi autori popolari dell’ottocento non è poi sempre così ornata come ce la ricordiamo: Dumas ha invece la capacità di descrivere scene complesse e popolate con quattro, o al massimo otto parole, facendole balzare fuori con un’immediatezza visiva stupefacente.
Che l’ironia non è poi una scoperta di noi cinici contemporanei: viceversa, il tono serio e compunto con cui l’autore si esprime rende ancora più feroci certe sue osservazioni intrise di sarcasmo.

La storia si svolge nell’Olanda della fine del seicento: una terra e un’epoca che a me bambina sembravano incomprensibili, incollocabili e paurose. Invece, oggi che l’Olanda l’ho vista, con tanto di musei storici e tulipani, ho trovato piacevole la rievocazione di un paese ricchissimo, all’epoca epoca dell’apice della sua potenza commerciale, di idee, e di ingegno. E’ qui che gente ormai ricca al punto di non saper più dove buttare il proprio denaro (così lascia intendere l’autore, che conserva sempre un filo di ambiguità nell’atteggiamento verso i suoi personaggi), può trovare il tempo e le risorse per appassionarsi di arte, di filosofia, di ricerca. Così, il protagonista del romanzo, un giovane filosofo, onesto e sognatore (e in ogni caso ricco e sfaccendato), decide di dedicare la sua esistenza alla creazione di un fiore unico al mondo. Per questo fiore la società botanica ha promesso un premio addirittura di centomila fiorini. Ma il malvagio di turno è già in agguato per strappare al giovane il frutto delle sue fatiche, e ordirne l’ingiusta incarcerazione.  Eccetera...

Certamente non all’altezza dei grandi capolavori di Dumas – i Tre Moschettieri o il Conte di Montecristo – questo libro è però movimentato e divertente, a tratti anche sorprendente per una sorta di sorriso interiore che lo percorre. Almeno per chi lo ha amato da ragazzino.
Abbastanza movimentato e appassionante da catturare i ragazzini di oggi e strapparli alla loro beneamata televisione e ai loro beneamati videogame?
Probabilmente no.

Marta Baiocchi

Il Tulipano Nero

Titolo originale
Il Tulipano Nero
Autore
Alexandre Dumas
Edizioni

Sellerio Editore, 2008

Pagine
335
EAN
9788838922695
Descrizione Lo sfondo è storico e capace di attrarre un architetto di situazioni e scenari insoliti e veri come Dumas. L'Olanda repubblicana del secolo d'oro, il Seicento: vi si svolge la lotta tra il Gran Pensionario, il borghese de Witt e lo Statolder, l'aristocratico Guglielmo d'Orange; e s'è appena raffreddata quella che forse è stata la prima bolla speculativa del capitalismo, la cosiddetta 'bolla dei tulipani', o 'tulipomania'. S'era alzato improvvisamente il vento speculativo sui bulbi del fiore di origine orientale, aveva sospinto capitali, fatto alzare i prezzi a cifre vertiginose, per poi cadere. Ma su questo sfondo, l'avventura ha un'azione diversa da quelle caratteristiche del padre di D'Artagnan. E' una storia d'amore e, in effetti, di spionaggio industriale.

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