Mediterranea

ANNIVERSARI

 

Nel 2007 si sono potuti salutare i cent’anni dalla nascita di Alberto Pincherle, conosciuto come Alberto Moravia, con meno risonanza anche i trent’anni dal ’77, ma nel 2008 sarà la volta dei quarant’anni del ’68 che ha sfiorato alcuni, magari recandosi ad una proiezione alla Galleria nazionale di arte moderna a Valle Giulia a Roma, in attesa di essere colpiti in pieno dal 1977.
Un anno, quello del 1968, non solo pieno di speranze e di chiare fratture socio-politiche, ma anche drammatico per la povera gente del Belice che ha subito il terremoto e la successiva mancata ricostruzione. Meno “fortunati” degli italiani del Friuli colpiti otto anni dopo da un sisma non meno tragico.
Gli anni ’60 dell’alluvione di Firenze e del Piper di Roma, delle lotte di Danilo Dolci che aveva intraprese a favore della popolazione e contro il malaffare politico-mafioso, scolpendo nella memoria di molti la frase scritta sui muri dei ruderi "La burocrazia uccide più del terremoto" e della morte di Ernesto Guevara De La Serna, detto il “Che”.
Ora le tracce del terremoto nella Sicilia occidentale sono quasi scomparse e a dopo quarant'anni da quella terribile notte i giorni successivi vengono rievocati con tre giornate raccolte sotto il titolo "terre in moto".
Il 2008 è anche l’occasione per ricordare gli ottant’anni dalla nascita del “Che” e i centocinquant’anni da quella di Giacomo Puccini, oltre ai cento dalla morte di Rismsky-Korsakov. Ma il 2008 è anche la possibilità di riscoprire Cesare Pascarella, a settant’anni dalla nascita (Roma, 28 aprile 1858 - 8 maggio 1940). È impossibile ignorare una personalità eclettica come quella di Cesare Pascarella, con un grande interesse per il mondo, pari solo al suo amore per Roma e ai suoi abitanti, in un’epoca nella quale si viveva gli ultimi strascichi del “Gran Tour”.
Anni in cui il viaggio rimaneva un’avventura, nonostante i treni e le navi, Cesare Pascarella lo riteneva una tale consuetudine da affiggere sulla porta di casa “vado un momento in India e torno subito”.
Un Bruce Chatwin ante litteram. Un’anima irrequieta che lo ha portato a compiere il suo primo viaggio nel 1882 in Sardegna con D'Annunzio e Scarfoglio alla scoperta di un mondo considerato misterioso ed arcaico. Continua a viaggiare per il mondo (India, Giappone, Stati Uniti, Cina, Argentina, Uruguay), annotando nei suoi Taccuini disegni e osservazioni acute e caustiche.
Il viaggio nell’America del Sud lo vede testimone, alla fine degli anni ’80, del poco nobile ideale dei blasonati Odescalchi e Medici di colonizzare la Patagonia.
Diversi gli stimoli per Pascarella e Chatwin che li condussero in Patagonia, come pure il viaggio in Giappone prima di Fosco Maraini.
Dei poeti della sua generazione che hanno scritto in romanesco è quello con un forte senso della storia e intenzione sociale, intesi in senso moderno: non a caso fu Carducci a lanciarlo sulla scena letteraria nazionale dedicandogli un articolo sulla Nuova Antologia.
Forse Cesare Pascarella non rientra nelle logiche dei comitati nazionali per le più disparate celebrazioni, le commissioni di studio per disquisire sulle più varie tematiche, ma qualora si ritenesse il lavoro di questo scrittore e fotografo, oltre che pittore, potrà trovare un ricco fondo a suo nome presso l’Accademia dei Lincei e lui stesso accademico.
Altri ancora sono gli anniversari che percorreranno il 2008.
Sono sessanta gli anni passati dall’assassinio di Mohandas Karamchand Gandhi e 40 da quello di Martin Luther King. Entrambi attivisti per i diritti civili e propugnatori per una via non violenta dei cambiamenti. “Un sogno” che dei proiettili non hanno stroncato.
Altri 40 gli anni dalla scomparsa di Mario Pannunzio, giornalista e politico italiano, fondatore de Il Mondo e fautore del Partito Radicale.
Mentre l’anniversario dedicato a Dorando Pietri non riguarda nascite o morti, ma i cent’anni dalla sua “non vittoria” nella maratona delle Olimpiadi di Londra del 1908 (http://www.dorandopietri.it/). Un personaggio al quale Giuseppe Pederiali dedica un libro (Il Sogno del maratoneta, ed. Garzanti), per raccontare non solo la vicenda umana e pubblica, ma soprattutto il senso di riscatto di un’Italia giovane nei confronti delle potenze europee, sino a diventare un simbolo per gli emigrati in America.
Nel 2008 si celebra anche il 60° Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e i 60anni della Costituzione Italiana. Ricordare la Costituzione servirà a riflettere, se non altro per lo strano rapporto che i politici e i loro elettorato hanno instaurato con un documento che non è solo un atto costitutivo, ma è soprattutto parte integrante dell’identità nazionale.
Il 60° della proclamazione dello stato d’Israele potrebbe essere l’occasione per una riflessione sulla situazione nella regione e non l'occasione per fomentare ulteriori attriti tra le componenti, con una campagna di boicottare della Fiera del Libro di Torino, dedicata quest'anno all'editoria israeliana.
Una considerazione a parte sarebbe utile rivolgerla anche, a 70anni di distanza, al 1938 e a quei giorni che hanno visto i primi passi verso la persecuzione della comunità ebraica, con adozione delle Leggi Razziali, cancellando ogni diritto per una parte d’italiani, mettendo in discussione l’uguaglianza tra tutte le persone.

Un assioma continuamente contrastato sia prima che dopo la Shoah. Gli Ugonotti e gli Armeni, il Ruanda e i Balcani sono solo alcuni, per non addentrarsi nei meandri dei secoli di colonizzazione, esempi di violenza perpetrata verso gli altri simili.

 

 Gianleonardo Latini

 


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