Mediterranea

DAL CASTELLO DI BARBABLÙ

 

Barbablù era uno uomo triste e solo. Viveva divorato dal bisogno di affetto in un castello isolato. Era purtroppo incapace di proteggere da sé stesso le persone che amava.
L’opera “Il Castello del Duca Barbablù”, per la regia di Peter Stein, è andata in scena al Teatro Alla Scala di Milano nel maggio del 2008, e il compito di tradurre in immagini la solitudine e la malinconia della residenza del duca è stato affidato alla maestria di Gianni Dessì, il quale si è avvalso della collaborazione dello scenografo Riccardo Buzzanca.
Claudio Abate ha invece immortalato, attraverso una serie di scatti adesso in mostra presso la Galleria Doozo, l’emozionante resa scenica. Lui che non è mai stato un semplice spettatore, né la sua macchina mero strumento di registrazione ha condensato gli ambienti vasti e sconfinati creati da Dessì costringendo l’identità in una prigione ancora più claustrofobia da cui non ci sono fughe mentali possibili. Grandi fasce di colore appaiono sospese in un nulla che soffoca tanto sono pesanti le assenze che lo compongono.
Nelle fotografie, infine, una luce densa, quasi pastosa impedisce ogni plausibile tentativo di sollevarsi al di sopra dell’eremo prigione che Barbablù si è costruito e dalla quale, in fin dei conti, non ha intenzione di scappare.

 

Marianna Fazzi

 

CLAUDIO ABATE
Dal 20 novembre 2008 al 15 gennaio 2009
Fotografie
Da “Il Castello del Duca Barbablù”

Roma
Doozo
via Palermo 51-53
Tel. 06/4815655
www.doozo.it

 


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