Mediterranea

IL CIELO GRIGIO SOPRA BERLINO EST

In che misura le vite degli altri possono incidere sulle nostre? In alcuni casi molto; naturalmente dipende da quanto siamo predisposti a cogliere, quale messaggio quelle vite ci trasmettono, quale arricchimento ci possono dare. Ovviamente è necessario che la mente recepisca e il cuore spalanchi le sue porte. È quel che accade in questo bellissimo film di Florian Henkel von Donnerrsmark, giovane regista tedesco alla sua opera prima che non a caso ha vinto l’Oscar quale migliore film straniero: davvero un esordio folgorante. Ottima sceneggiatura, attori in stato di grazia, personaggi in rilievo tra luci e ombre, un’atmosfera orwelliana con contorni di persecuzione alla Franz Kafka: questi gli ingredienti vincenti de “Le vite degli altri”. Il regista affronta un tema forte: le informazioni private al servizio del potere nella Berlino Est degli anni ’80, la culla del socialismo. Il clima è cupo, il muro è ancora in piedi, tetro e invalicabile. Teatro dell’azione è il vero quartier generale della Stasi, la famigerata polizia di Stato; la fedelissima ricostruzione storica di un passato recente che ancora brucia la si evince anche dalle tonalità del verde e dell’arancione, colori dominanti nella Ddr. Siamo nel 1984 e la popolazione è controllata, spiata da centomila agenti della polizia segreta e da informatori, un vero esercito al servizio del regime; i dissidenti, intercettati, sono spesso sottoposti a violenze fisiche e psicologiche. Il capitano Wisler (Ulrich Muhe) un’idealista che crede nel sistema e nel proprio lavoro, è una spietata spia della Stasi. Considerato un maestro negli interrogatori, insegna alla aspiranti spie sottili metodi di tortura ed è a lui che il bieco ministro Hempf affida una delicata missione: sorvegliare la vita privata del commediografo Dreyman (Sebastian Koch) e della sua compagna ed attrice Crista Sieland (Martina Gedeck). Wiesler (nome in codice agente HGW XX7) piazza nell’appartamento dei due cimici e microspie e comincia a controllarli 24 ore al giorno registrando ogni parola e ogni loro movimento. Ma Dreyman (nome in codice Ladzo) che sembra essere davvero un buon socialista neanche in casa osa criticare il Partito che pure da anni impedisce di lavorare ad un suo amico regista. Il sospetto però che possa avere una doppia vita non abbandona Wiesler che spera in un cedimento. Invece niente andrà come previsto. Interferendo con le azioni dei due sorvegliati e ascoltando poesie di Brecht e sonate per pianoforte, Wiesler comincerà ad avere dubbi sulle sue convinzioni ideologiche e, alla fine, si ritroverà paradossalmente a condividere gli stessi ideali di Dreyman. Come dire, spiando e intercettando scopre che esiste una vita migliore e l’intreccio delle vite degli altri con la sua porterà a galla il “buono” che c’è in lui e stravolgerà il destino di tutti. Il film, dall’impianto classico ma con venature romantiche e melo, si arricchisce di finezze psicologiche e di amaro umorismo senza tralasciare le sensazioni di disperazione che affiorano qua e là. Il regista attraverso una dettagliata descrizione di come funzionava la stasi nella Germania Est, ci fa entrare in quel mondo distorto e bieco e, senza calcare la mano sugli orrori della Ddr, ci mostra quanto basta per trarne le conclusioni. Lo squallore della vita quotidiana, il clima tetro, l’oscurantismo di quel regime sono ricostruiti fin troppo bene per non rendersene conto. Il film, che è una parabola sul potere, la dignità e la libertà di scelta, si chiude con un commovente accento di speranza. La caduta del muro aprendo un varco verso la libertà ha aperto gli occhi a molti di quelli che, dall’altra parte, dormivano il sonno della ragione. Una conquista difficilissima che però non cancella quegli anni bui.

Ester Carbone

Le vite degli altri
 
Titolo originale
Das Leben Der Anderen
Nazione
Germania, 2006
Genere
Drammatico
Durata
137 minuti
Regia

Florian Henckel von Donnersmarck

Cast

Martina Gedeck, Ulrich Mühe, Sebastian Koch, Ulrich Tukur, Thomas Thieme, Hans-Uwe Bauer, Ludwig Blochberger, Werner Daehn

Trama: Anni 80'. Georg Dreyman, drammaturgo, e Christa-Maria Sieland, sua compagna ed attrice famosissima, si trasferiscono a Berlino Est. I due sono considerati fra i più importanti intellettuali dal regime comunista anche se non sempre sono in sintonia con le azioni intraprese dal partito. Quando il ministro della cultura, vede uno spettacolo di Christa-Maria, se ne innamora e darà l'incarico ad un suo fidato agente di seguire la coppia ed osservare i loro interessi.

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