Mediterranea

Che bel viso… peccato

Come è vivere sapendo di doverti muovere tutti i giorni con una carrozzina? Ileana Argentin, Delegata del Sindaco di Roma alle Politiche per l’Handicap, racconta la sua vita di persona con una disabilità. È la storia di una bambina che va a scuola, poi di una ragazza che frequenta il liceo ed ha i primi “filarini”; poi di una giovane donna che frequenta con profitto l’università; e, per finire, di una donna che inizia a lavorare ed a dedicarsi alla politica fino a diventare consigliera comunale della Capitale.
La domanda non appare, quindi, fuori luogo.
Sicuramente diviene fuori luogo ridurre il giudizio su una persona ad un semplice aspetto del suo essere, come chiedersi cosa voglia dire essere di genere maschile invece che femminile, avere tratti caucasici invece che orientali, e così filosofeggiando.
Questo è il messaggio che Argentin ci rimanda fin dal titolo, quel <<peccato>> che distrugge la persona e la riduce alla sedia sulla quale è seduta. Qual è il peccato? Che abbia un bel viso? È uno spreco su una donna con una disabilità? Oppure <<peccato>> perché sarebbe potuta essere una bella donna se non fosse anche disabile?
Ma è questo anche che fa la differenza. Ileana emerge dal libro come una donna forte e fragile, come ogni persona. Sicuramente determinata ed impegnata a raggiungere una serie di obiettivi attraverso ostacoli che sono a volte fisici ma spesso solo culturali.
Centotre pagine: un libro in più, un muro in meno.

Ruggero Signoretti

Che bel viso… peccato
Titolo
Che bel viso… peccato
Autore

Ileana Argentin

Edizioni

Donzelli, Roma, 2007

Pagine
103
ISBN
9788860361424
Prezzo
€11,50
Trama
«Che bel viso… peccato» è la frase che più spesso Ileana Argentin si è sentita rivolgere dai suoi interlocutori. Perché sembra quasi un peccato che si possa avere un bel viso, una straordinaria voglia di vivere e una grande autoironia se si è disabili. Oppure si pensa che si debba essere necessariamente buoni o intelligenti proprio perché disabili. «Vorrei tanto far capire alla gente che la disabilità è uno status di vita, non una malattia». Così Ileana cerca, con la sua esperienza, di far conoscere l’handicap attraverso se stessa, mettendo la propria biografia al servizio di un autentico compito di mediazione culturale. Con l’obiettivo di sottrarre la condizione del disabile agli atteggiamenti di pietà e compassione, o a quelli di imbarazzo e diffidenza, di chi colloca se stesso nella sfera della «normalità» e l’altro, perché connotato da differenze di qualunque tipo, in quella della «diversità». Senza accorgersi che la diversità tocca tutti, per fortuna.

realizzato da

con il patrocinio di


ROMA CULTURA Mensile di Immagini, Suoni e Scritture
Registrazione Tribunale di Roma n.354/2005 del 19 settembre 2005
Direttore responsabile: Stefania Severi - Responsabile di Redazione:Claudia Patruno