Mediterranea

CHOCOLATL

TERZO CAPITOLO

PER TE CHOCOLATL

E’ bella più che mai, Malinalli, che ha composto i neri capelli in due lunghe simmetriche trecce, e che con unguenti profumati la tenera pelle si è frizionata, e che le braccia, le caviglie ed il collo, con lacci di giunco e con fili di pietre celesti, graziosamente si è ornata.
Da lontano, presso il campo degli stranieri armati, sotto la tenda bianca montata sulla sabbia, vicino al mare, lo aveva intravisto il dio, ma ora qui, tutto è diverso, così da vicino, così maestoso, nella sua casa, al suo cospetto.
E’ lui, come lo conoscevo già come lo aspettavo: il viso barbuto, la pelle chiara, il terribile sguardo, uno sguardo che se dagli occhi ti passa nel cuore mai più la passione ti lascia.
O dio, o potente!
Malinalli ha ricoperte di lucida crema di caca-hutl le morbide labbra.
Lieve, a lei intorno, si spande, come un magico alone, un alito profumato dalla sua bocca vermiglia e, appassionate, si schiudono le labbra in attesa della sperata unione, del tanto sognato bacio del dio.
Gli occhi, verdi e serissimi, invece sembrano tremare, aperti e nervosi, come le piccole mani che stringono e offrono la coppa della divina bevanda, fino all’orlo ricolma.
Nella stanza fredda e spoglia, in quello che resta della mirabile torre di Zapat il sacerdote, l’inascoltato, armonioso e oscuro si scioglie un flebile canto:

Questa è la divina chocolatl, per te è pronta, Quetzalcoatl! ecco la bevanda che fa forte colui che è tornato, ecco per te, o dio, l’aiuto dello spirito, la potenza del cielo.

Cosa ha detto Aguilar? presto, traduci! Ma Hernán non ascolta già più l’incomprensibile traduzione di quella testa spremuta di Aguilar, Hernán raccoglie l’inattesa offerta e già possedendo con occhi da lupo la trasognata Malinalli, accosta le labbra alla coppa e beve la chocolatl, la vellutata e scura bevanda.

Dove sarà il tuo cuore? come capire il tuo volere? si interroga sorriso che incanta, la schiava tante volte venduta, la predestinata, in orazione ai piedi di Hernán.

Ma è più che distratto Hernán, è già rapito, è perduto nel fascino irresistibile dei magici occhi, nello sguardo ardente, devoto e implorante di Malinalli, di sorriso che incanta.
Facilmente si è perso, Hernán, tra le collane di madreperla, tra le pieghe dei veli trasparenti e sottili, tra i riflessi cangianti che celano, appena, i morbidi fianchi, le cosce ed il seno di quella giovane donna in ginocchio, di quella irresistibile e tanto invocata attrazione che si offre ai suoi piedi e che implora, come non aveva mai visto prima: così bella, così fatale.

Mai visto niente di così celestiale prima: neanche a Madrid, neanche a Salamanca! e passandosi la lingua sulle baffute labbra: squisita! è buonissimo questo dolce profumato elisire, questa chocolatl, e quale nuovo vigore mi giunge ... nelle membra mi scorre una nuova potente energia!

Gonzalo! ordina, impaziente, Cortés che non vede più l’ora di immergersi in tante delizie, cercate subito il dottore, il todesco, che faccia assumere senza ulteriori indugi due cucchiai a testa di chocolatl a quei fessi ancora intontiti.
Voi potete ritirarvi e che la giovane indiana, per questa notte, resti con me.

Così è, così è, luce dei miei occhi, sorriso che incanta, questa notte resterai qui, con me.

 

EPILOGO

Malinalli, che i sacerdoti crociati del dio barbuto rinominarono dopo un breve rito a base di olio e di acqua donna Marina, rimase sempre al fianco di Hernán come amante devota, guida sicura e preziosa interprete, finché l’impresa fu compiuta.

Fino al 13 agosto del 1521.

Fino a quando, dopo essere entrata vincente a cavallo al fianco di Hernán Cortés nella spettrale Tenochtitlàn, la città dei mexicos, trascorsi settan­tacinque giorni di sanguinoso assedio, di lacrime, di peste, di incendi e di fame, donna Marina, l’indomita, sorriso che incanta, terminato di tradurre le fiere parole di Cuauhtémoc, ultimo imperatore azteco, nipote dell’empio Montezuma, costretto in catene, s’immalinconì: piegò lo sguardo e non volle più parlare.

Troppo, troppo orrore hanno visto i suoi occhi, è tempo che Xipe, in silenzio, Malinalli torni a pregare.

Put il mediatore, il saggio, colui che aveva previsto tutto, continuò per molti anni ancora a fare ottimi affari nella moderna e allegra città di Villa Rica de Vera Cruz, sulla costa, e la mercanzia più richiesta dagli stranieri, dopo il mais e i maialini, era, naturalmente, la speciale pozione lungomiraggio, nient’altro che due misurini di essenza di erba che calma diluiti in acqua calda.

Il dottore, il dispensatore della squisita chocolatl, Massimiliano Sacher de la Thorte, anch’egli esausto dopo tanto sangue, tanta sete e tanta fame, fece presto ritorno a Vienna, in patria, nel marzo del 1528, e lì nella comoda casa di famiglia, al fuoco del camino nella grande cucina, circondato dalle attenzioni di Mizt e Taiju, due giovani donne indiane ricordo della conquista, poté dedicarsi al suo passatempo preferito: confezionar dolci.

 

CHOCOLATL
di Marco Fabiano
fine secondo capitolo
fine

Marco Fabiano è nato e vive a Roma, è autore di documentari d’arte per la Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma.

Nota dell’autore
Ho scritto questo racconto nel 1995, e l’intenzione – poi sfumata - era quella di presentarlo per l’apertura del primo Eurochocolat, in Perugia. Il racconto si basa su un’elaborazione di fantasia di precisi fatti storici così come li appresi in primo luogo dalla lettura di un appassionante e documentato resoconto di Angelo Morino sulla figura di donna Marina, l’indiana donata a Cortés su una spiaggia del Messico e che del conquistatore divenne amante, guida e soprattutto traduttrice della lingua e dei costumi dei nativi, facilitando in modo determinante la vittoria dei pochi armati spagnoli sul grande e potente impero atzeco.
Pubblicai Chocolatl in sole trecento copie che furono tutte vendute in alcune selezionate librerie di Roma.


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