Mediterranea

Cuori di tenebra

Film durissimo, estremo, scritto e diretto da Nick Cassavetes, una terribile storia vera accaduta nell’estate del 1999 a un gruppo di balordi, studenti bene di un college della California del Sud. Un film docu che mette sotto accusa la mancanza di educazione da parte dei genitori che spesso non sono presenti nella vita e nella crescita di un figlio e questo è un segnale da tenere presente. Situazioni come quelle descritte in “Alpha Dog” possono in realtà succedere ovunque. Cassavetes, raccontando la bella gioventù californiana e l’assurdità di un delitto, parte da una considerazione importante: la banalità del male in una fase cruciale della crescita dei ragazzi. Il regista esplora i lati oscuri degli adolescenti, le loro zone d’ombra fatte di solitudine rabbia e falsi modelli. Racconta le giovani vite bruciate degli adolescenti spesso provenienti da buone famiglie che crescono nelle grandi città americane (ma anche altrove): ragazzi sbandati e al tempo stesso pieni di paure, irresponsabili nei loro atteggiamenti di sfida e persi nel loro sogno di onnipotenza. Forse perché nessuno ha insegnato loro che cosa è la responsabilità e il controllo, qual è il limite tra libertà e libero arbitrio. Così, senza freni, si diventa assassini senza volerlo perché si scivola in situazioni più grandi del previsto, prigionieri di azioni non più governabili. Ciò che all’inizio potrebbe sembrare solo una bravata presto si trasforma in  una strada senza ritorno e questo è quanto succede in “Alpha Dog”, cioè nella realtà vera. Il titolo è una metafora del significato di Alpha, che associato alla personalità equivale al leader. Ma c’è anche Dog e ciò che ne consegue è lampante. Il film è poderoso e agghiacciante, per certi versi disturbante, dove il fascino del male seduce a tal punto da risultare pericoloso, un modello negativo per alcuni adolescenti. L’impulso all’emulazione potrebbe essere forte e accattivante: il capobanda Johnny intriga, lo schizzato spacciatore Jake esercita un certo dannato carisma, il personaggio Frankie seduce. Molti adolescenti potrebbero essere sprovveduti com Zack, il ragazzino quindicenne rapito, che pure si diverte un mondo quando capita in quel giro di balordi, così lontano dalla noia e dal perbenismo dei genitori; non sa il poverino che diventerà ingombrante. Il fascino del male in “Alpha Dog” è innegabile e potrebbe risultare superiore alla riflessione morale che pure il film pone, rischia cioè di annullare l’insegnamento a non fare. La memoria ci riporta in qualche modo ad “Arancia Meccanica”, lo sconvolgente capolavoro di Kubrick anche se con le dovute distanze. Cassavetes ci consegna con “Alpha Dog” la storia così come è nella sua più cruda verità (alla fine ci fa sapere che attualmente due del gruppo sono rinchiusi nel braccio della morte di un carcere della California). Ma questo inquietante viaggio nel malessere dei ragazzi pur avendo una chiave di lettura che sa di messaggio, un invito ai genitori e agli adolescenti affinché si sforzino a capirsi meglio rimane decisamente accattivante e coinvolgente più che deterrente. Tutti bravi gli interpreti tra cui un sorprendente Justin Timberlake già famoso cantante; straordinaria Sharon Stone.

Ester Carbone

Alpha Dog
Titolo originale
Alpha Dog
Nazione
U.S.A., 2006
Genere
Drammatico
Durata
113 minuti
Regia
Nick Cassavetes
Cast
Sharon Stone, Bruce Willis, Emile Hirsch, Justin Timberlake, Fernando Vargas, Dominique Swain, Ben Foster
web
http://www.alphadogmovie.com/
Trama: Johny Truelove, uno spacciatore di droga che si ritrova coinvolto in una situazione che lentamente gli sfugge dal controllo. Johnny si scontra con Jake Muzursky, a causa di un debito di droga non pagato, i due personaggi dalla forte personalità entrano in collisione e la situazione precipita velocemente, fino a raggiungere l’apice. Dopo una serie di vicende, mentre si dirigono ad una festa nel deserto, Johnny e la sua banda riconoscono il fratello più giovane di Jake, decidono di rapirlo e tenerlo in ostaggio fino a quando non verranno ripagati di tutti i debiti.

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