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L’INFERNO E’ QUI

Quanto è lontano “Nuovo cinema Paradiso”, film di grande respiro e di nostalgica magia, quanto ci manca la raffinatezza e la suggestione de “La leggenda del pianista sull’oceano”, e poi lo stile originale di “Una pura formalità” o il tocco ironico de “L’uomo delle stelle”.
La firma d’autore ha cominciato a sbiadirsi con “Malena” e ora con “La sconosciuta”, titolo da feuilleton, rimane ben poco. Più che un romanzo è un melodrammone con qualche sfumatura thriller. Unica stella che brilla nel film è la recitazione di Xenia Rappoport, un’attrice di teatro famosa in Russia ma poco conosciuta in Italia. Bravissima e convincente nel suo ruolo. C’è anche la musica, importante, di Ennio Morricone a fare da filo conduttore e anche se scritta per sottolineare la drammaticità del tema trattato, spesso è disturbante e fuori posto, fa troppo rumore.
Il sentimento, il mistero e il dramma intimistico hanno bisogno di silenzio; il silenzio in certe situazioni risulta molto più efficace. Tornatore, autore versatile scontroso e isolato, predilige nei suoi film temi sociali e politici, qui la feroce attualità delle ragazze dell’Est, nuove schiave del sesso fa da sfondo a “La sconosciuta”.

Chi è la sconosciuta? È Irena, venuta dall’Ucraina a cercare lavoro in una città del Nord Italia. Trieste con le sue atmosfere misteriose e un po’ lugubri, la sua luce fredda e cupa è perfetta per l’ambientazione. Irena è anche una donna venuta dal passato e comincia a spiare la vita di una tranquilla famiglia formata da una coppia di orafi e una figlia di quattro anni: è la bambina il suo obiettivo principale. Riuscirà nell’intento di farsi assumere come governante ma finirà per essere a sua volta spiata dalla mamma della piccola assalita dai sospetti.

Alle spalle di Irena un vissuto mostruoso fatto di violenza e soprusi in cui è coinvolto un cattivissimo Michele Placido. Nella sua mente si materializzano i fantasmi del passato con tutto l’orrore che ne consegue e lo spettatore si ritrova in un vortice di angoscia e perversione, quasi da voltastomaco. Scene volutamente forti che pescano nel torbido. Il disgusto di Irena diventa il nostro disgusto e i flashback del suo inferno devastano gli occhi e le coscienze: le ragazze dell’Est come carne da macello da cui ricavare denaro nella maniera più abietta. Sarà doloroso scoprire perché Irena è tornata in Italia. Regista controverso alla ricerca di storie mai banali Tornatore confeziona un film brutale che è un complesso intreccio di sentimenti e misteri, orrori e sensi di colpa: un romanzo duro che prende allo stomaco perché ci costringere a prendere atto di una realtà feroce molto attuale e che fa male. Il film comporta una riflessione sociale ma la confezione non è delle migliori: troppo romanzone, troppe tinte forti. Tornatore ci ha abituato a ben altro e “La sconosciuta” non sembra avere i connotati del cinema

Ester Carbone

LA SCONOSCIUTA

Titolo originale:
La sconosciuta
Nazione:
Italia, Francia
Anno:
2006
Genere:
Drammatico
Durata:
1h e 58'
Regia:
Giuseppe Tornatore
Cast:
Claudia Gerini • Michele Placido • Margherita Buy • Alessandro Haber • Piera Degli Esposti • Pierfrancesco Favino • Angela Molina •
Clara Dossena • Ksenia Rappoport
Trama: Una città italiana, ai giorni nostri. Irena è arrivata anni prima dall'Ucraina e vive tra i fantasmi del suo passato. Fa le pulizie in un palazzo, lustra le scale, ma il suo bersaglio è una famiglia di orafi che vi abita, gli Adacher, composta da moglie, marito e figlioletta. Per arrivare a lavorare in casa loro, Irena diventa amica della vecchia domestica Gina, fino a prenderne il posto: di qui, il disegno della "sconosciuta" prende la forma di un inesorabile, progressivo inserimento in quella famiglia, dove conquista fiducia e, in qualche modo, potere.

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