angela policastro

Mostra curiosa quella di Angela Policastro che si è tenuta presso l’Istituto di Cultura Egiziano.
Il soggetto preferito dall’artista è il bambino.
Ma al contrario della maggior parte dei suoi colleghi che ritrae il bambino nel suo momento di gioco o comunque di spensieratezza, quello di Angela Policastro è un bambino cupo, inquieto ma, soprattutto, solitario.
Il bimbo è costantemente ritratto in un contesto di solitudine eccezionale, come abbandonato a sé stesso in tutte le sue consuete azioni quotidiane.
Sia che legga un libro, o che passeggi oppure che sia fermo, il soggetto trasmette un’incredibile sensazione di abbandono.
Il paradosso è che questa sensazione risulta amplificata quando il bambino è ritratto insieme ai suoi coetanei.
Ma guardando più attentamente queste tele, ci si accorge che l’artista spesso e volentieri omette di dipingere i tratti somatici del volto.
Il bambino si annulla completamente nel suo stato di abbandono e tristezza, così che anche i suoi tratti somatici vengono trasfigurati in maschere pressocchè piatte e cupe.
Non mi soffermo a questo punto sull’infanzia dell’artista, bensì sul messaggio che ella propone.
Effettivamente dovremmo dimenticare lo stereotipo del bambino felice a tutti i costi e riuscire a capire le sue esigenze e cercare costantemente il dialogo con lui al fine di non fargli comparire una maschera sul volto.

Massimiliano De Mare

angela policastro

Roma
Centro Culturale Egiziano
Via delle Terme di Traiano 13

Dal 3 al 12 maggio 2006

Orario:
10-16 chiuso la domenica

Ingresso:
ingresso libero

Informazioni:
Tel.064872302
uffculturalegiziano@libero.it


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