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LA SOFFERENZA DELL’ARTE CONTEMPORANEA

Roma si arricchisce di un nuovo luogo della cultura, a Villa Borghese, per custodire la preziosa donazione dell’imprenditore italo-americano Carlo Bilotti. Ben ventidue opere, di cui diciotto lavori di Giorgio de Chirico, collocate nel primo piano della restaurata Aranciera. Le altre quattro opere esposte in permanenza sono di: Gino Severini, un ritratto del collezionista eseguito da Larry Rivers, un cardinale in bronzo di Giacomo Manzù e il ritratto di Tina e Lisa Bilotti, moglie e figlia del collezionista, realizzato da Andy Warhol.


L’edificio, dopo l’abbandono dell’Ufficio del Centro Storico dell’Amministrazione Capitolina, è stato recuperato dal degrado in un paio di anni.
Un lavoro ben riuscito, con delle ampie vetrate al piano terra, lo spazio per le mostre temporanee, per ammirare anche il ninfeo schiacciata tra il vetro e la roccia, una testimonianza di un passato glorioso tra giuochi d'acqua e teatro di feste, ma che offre delle difficoltà nel poter contemplare le opere esageratamente sopravalutate del trio Hirst, Salle e Saville.
La banalità monumentale di Hirst nel proporre, in ampi spazi pittorici a tecnica mista, delle farfalle carpite alla vita, non viene apprezzato, grazie all’infinita gamma di riflessi che la luce artificiale e le infiltrazioni di quella naturale creano sui vetri, nel pieno della materialità. Nel calarsi nella rappresentazione dei Quattro Evangelisti, in occasione della committenza dell’imprenditore, l’artista britannico aggiunge pillole e lamette, in un approccio più simbolista che intellettuale, alle sfortunate farfalle.

La ciclopica visione della sofferenza che Jenny Saville ottiene, guardando il Cristo di Mantenga e miscelare la lezione di Lucian Freud con quella di Bacon, è quantificabile, nelle sue opere, a metro quadrato, esprimendo ampiamente ciò che dice l’artista “La morte è la sola certezza della vita e voglio guardare alla vita con occhi completamente aperti”. Sono opere dove l’umanità è colta prima che possa avvenire la “Lezione di anatomia” rembrantiana e anteriore al momento del bisturi fotografico su Che Guevara.
La Cappella Sistina, per David Salle, appare come un’ossessione da utilizzare come elemento fumettistico che si mescola al presente e alle visioni del futuro dell’umanità. L’artista americano, in questa serie di lavori, non esprime il consueto coinvolgenti delle sue opere trattate a tasselli.
Il Museo Carlo Bilotti si va ad aggiungere alle altre realtà museali di Villa Borghese come Galleria Borghese, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, il Museo Canonica o la Casa del Cinema, proponendosi come spazio dinamico e propositivo, legato all’arte contemporanea ufficializzata dall’imprenditore Bilotti e dal responsabile espositivo Gianni Mercurio, come dimostrano le antologiche dedicate al lavoro di veri protagonisti della scena internazionale degli ultimi decenni, quali Willem de Kooning e Cy Twombly.
Un tanto impegno dell’imprenditore Bilotti per l’Aranciaera, un monumento alla sua generosità, non è che voglia farne una sua dependance?

CP

HIRST, SALLE E SAVILLE

Dall’11 maggio all’1 ottobre 2006
Museo Carlo Bilotti (Villa Borghese)
viale Fiorello La Guardia
Orari: dalle 9.00 alle 19.00 lunedì chiuso
Ingresso: Euro 6,00 intero, Euro 4,00 ridotto museo + mostra
Informazioni:
tel. 06/82059127
http://www.museocarlobilotti.it/


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