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IL CODICE DA VINCI

Presentato fuori concorso al 59° Festival di Cannes e tratto dal romanzo di Dan Brown (che in tre anni ha venduto 50 milioni di copie ed è stato tradotto in 44 lingue), il film promette molta spettacolarità, a partire dal cast fino ad arrivare alle ricostruzioni delle diverse location. Così, gli studi inglesi di Shepperton hanno ospitato l’allestimento del Louvre e della chiesa di Saint-Sulpice, la Terra Santa non è altro che l’isola di Malta e troviamo ben 150 copie di quadri famosi realizzati dal pittore James Gemmil.
Il film appare troppo veloce per chi ha letto il libro e troppo lento ed ampolloso per chi non l’ha letto: la trama risulta lacunosa in particolare quando il protagonista decodifica tutti gli indizi fin troppo velocemente, laddove nel libro il lettore rimane affascinato dai ragionamenti di Langdon. Certo è che il gran numero di effetti speciali tende a sacrificare l’approfondimento psicologico dei personaggi: il protagonista appare come uno stordito claustrofobico, i personaggi francesi rappresentano lo stereotipo del turista all’estero (aspetto sottolineato dal doppiaggio forzato, in particolare di Audrey Tautou, e dal sottotitolaggio dei dialoghi in Francese).
L’inevitabile disputa tra la Chiesa cattolica ed i produttori del film è del tutto giustificata: come negare alla Chiesa il suo diritto a contestare la tesi secondo cui Gesù non è morto sulla croce ma ha sposato Maria Maddalena; i suoi discendenti sono stati sterminati dal potere temporale; e l'ultima erede è la crittologa Sophie Neveu (rivelazione finale al limite del ridicolo).
E come negare allo scrittore Dan Brown il suo diritto ad una personale revisione storica, anche se il fatto che sia solo un film a volte sembra più una scusa da parte di regista e sceneggiatore, un passo indietro rispetto alle teorie troppo inquietanti del libro, prima tra tutte quella secondo cui gli sterminatori dei seguaci di Cristo sono rappresentati dall’Opus Dei ed il Vaticano; teoria che, fin troppo prudentemente, nel film lascia spazio ad una sorta di setta clandestina all’interno del Vaticano.
Comunque, rimane un film ben girato ed interpretato da ottimi attori, in particolare l'inquietante Paul Bettany, ma la domanda da porsi è se i misteri della religione cristiana, che sono e restano misteri di fede, debbano essere indagati e quanto il film voglia realmente risolvere tali misteri.

Tati Brinkmann

IL CODICE DA VINCI

Titolo originale: The Da Vinci Code
Nazione: U.S.A.
Anno: 2006
Genere: Thriller, Drammatico
Durata: 148'
Regia: Ron Howard
Cast: Tom Hanks, Jean Reno, Audrey Tautou, Alfred Molina, Ian McKellen, Paul Bettany, Jurgen Prochnow
Sito ufficiale: www.sonypictures.com
Sito italiano e trailer: www.sonypictures.it

Trama:
Il direttore del Louvre Saunière viene assassinato la notte prima del suo incontro con Robert Langdon, esperto di simbologia di Harvard.
Accusato ingiustamente dell’omicidio ed inseguito dal tenace commissario Fache, Langdon, con l'aiuto della crittologa Sophie Neveu, riuscirà ad interpretare, attraverso i quadri di Leonardo da Vinci, tutta una serie di indizi lasciati da Saunière. Tali scoperte rischiano di svelare un segreto rimasto al sicuro per 2000 anni, segreto che potrebbe sconvolgere la storia del Cattolicesimo.


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