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IL CANE GIALLO DELLA MONGOLIA

Questo film di Byambasuren Davaa, già coregista de “La storia del cammello che piange” (candidato nel 2005 agli Oscar come miglior documentario) racconta la storia di una famiglia nomade della Mongolia collocandosi a metà strada tra documentario e favola.
La tradizione nomade, fatta di natura, leggende e contatto con l’universo spirituale si trova dinnanzi all’incalzare della modernità, ma sembra ancora lontana dal capitolare: proprio come gli esseri umani, che muoiono ma in realtà non muoiono, anche il loro presente si colloca in un ciclo continuo di reincarnazioni, in cui ogni luogo viene abitato e poi lasciato, ogni pezzo di terra viene permeato e poi ringraziato per quello che ha offerto, quasi con l’imbarazzo di averlo sfruttato troppo.
Così anche il cucciolo trovato da Nansal è destinato a non entrare nel “branco” della sua famiglia, ma a rimanere nello scenario dell’accampamento, almeno fino a quando non si dimostrerà un vero eroe e si allontanerà insieme alla sua nuova famiglia, mentre sullo sfondo giunge una macchina che pubblicizza le imminenti elezioni.
Questa storia, assolutamente priva di retorica, risulta commovente anche se così lontana da noi, toccante anche se così difficile da sviscerare nei suoi molteplici piani: la natura anche crudele che viene ammorbidita dalla favola. Unico neo, un doppiaggio fin troppo realistico nel suo essere al limite del dialettale in un contesto tento spirituale.

Giulia De Mare

IL CANE GIALLO DELLA MONGOLIA

Titolo originale: Die höhle des gelben hundes
Nazione: Mongolia /Germania
Anno: 2006
Genere: Documentario/fiabesco
Durata: 93'
Regia: Byambasuren Davaa
Cast: Babbayar Batchuluun, Nansal Batchuluun, Nansalmaa Batchuluun, Buyandulam Daramdadi, Batchuluun Urjindorj
Sito ufficiale: www.gelberhund-derfilm.de

Trama:
Nansal, una bimba di 6 anni figlia maggiore di una famiglia nomade della Mongolia, torna dai genitori dopo i mesi trascorsi in una scuola di città e subito rientra in contatto con la natura del luogo, portando al pascolo il gregge e facendo lunghe passeggiate.
Durante una di queste passeggiate trova un cucciolo di cane in una grotta e decide di tenerlo; il padre, però, è contrario in quanto un cane selvatico, probabilmente cresciuto a contatto con i lupi, potrebbe attirarli nel loro accampamento. La bimba, allora, cerca di tenerlo di nascosto, ma un giorno ne perde le tracce: durante la ricerca si imbatte in un’anziana donna che le racconta la toccante leggenda del cane giallo…


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