MEDITERRANEA

UNA REGINA ROCK

Finalmente una gioia per gli occhi questo film di Sofia Coppola, pieno di colore e di luce. La scena iniziale, un fermo immagine, che appare ancor prima dei titoli di testa è sorprendente, il più efficace biglietto da visita che la regista potesse inventarsi. Lo schermo si apre come un sipario e M. Antoinette (la bella e brava Kirsten Dunst) è lì su un canapè, abbagliante nelle sue trine bianche e preziose; il rosa confetto delle giarrettiere e delle scarpe spicca e cattura lo sguardo: veramente d’effetto, si viene subito conquistati. Il film, tratto dal romanzo omonimo, è suggestivo nella sua ricchezza di particolari e di colori, con predominio del celeste pervinca, del rosa e del bianco. Regia perfetta, scenografia sontuosa ed elegante, fotografia impeccabile. La reggia di Versailles, famosa per i suoi splendidi giardini, trabocca di cristalli, arazzi, stucchi dorati, porcellane finissime, saloni da sogno popolati da dame strizzate in corpini strettissimi, imbellettate e imparruccate che si muovono tra fruscii di sete e civettuoli ventagli dietro cui nascondere pettegolezzi e risatine. E poi re e cavalieri anch’essi incipriati e imparruccati; un delfino che è una frana nel letto coniugale troppo impegnato tra chiavistelli, tavole imbandite e battute di caccia; favorite del re (Asia Argento) cariche di gioielli come alberi di natale. Il tutto in una cornice di feste, minuetti, balli in maschera, rappresentazioni teatrali e soprattutto banchetti inverosimili. Cibi a non finire, leccornie di ogni genere e fiumi di champagne. Dolci e frutta a profusione: budini, canditi, panna, marzapane, gelati e fragole scintillanti e variegati nei loro mille colori, una delizia per gli occhi e una tentazione per la gola. E ancora un’esplosione di fuochi d’artificio e un turbinio di piume, merletti, crinoline, scarpette fantastiche e morbidi cuscini in cui sprofondano annoiati cagnolini da salotto che ben rispecchiano la corte francese. Tutto questo è Versailles e l’originalità di Sofia Coppola sta nell’aver tuffato immagini settecentesche in sonorità rock e pop creando un’apparente contrasto stridente ma in realtà coniugando armoniosamente insieme l’antico e il moderno. Dopo tutto il film rappresenta una giovane M. Antoinette molto vicina alle ragazze attuali, con la sua solarità, la voglia di vivere, i sogni, le trasgressioni, l’insofferenza ai protocolli, ma anche con le sue problematiche, le malinconie, la sua solitudine. La vita della regina di Francia vista come una parabola che cominciando da Vienna (da dove la principessa parte nel 1768 come promessa sposa del delfino, il futuro Luigi XVI) tocca l’apice con le glorie e gli splendori di corte, passa attraverso i giorni sereni nella residenza di campagna per poi diventare paurosamente discendente con la presa della Bastiglia. Il popolo ha fame ed è stufo degli sfarzi della regina e della politica poco accorta di Luigi XVI: vuole le loro teste. È il 1789 l’anno della Rivoluzione. Tutto precipita e in un battibaleno si spengono le luci su quel mondo dorato. Il film si chiude su un’inquadratura simbolica. Il salone di Versailles tristemente silenzioso e senza più lustrini; le magnifiche tende di seta strappate e il sontuoso e scintillante lampadario, simbolo dello sfarzo di quella corte ridotto in un ammasso di cristalli rotti. È miseramente caduto come la monarchia che rappresentava.

Ester Carbone

MARIE ANTOINETTE

Titolo originale:
Marie Antoniette
Nazione:
USA, Giappone, Francia
Anno:
2006
Genere:
Biografico
Durata:
2h e 3'
Regia:
Sofia Coppola
Cast:
Kirsten Dunst, Jason Schwartzman, Rip Torn, Judy Davis, Asia Argento, Marianne Faithfull, Danny Huston, Molly Shannon, Steve Coogan, Rose Byrne, Shirley Henderson
sito web:
www.sonypictures.com/movies/marieantoinette
Trama: Maria Antonietta, la figlia della regina d'Austria viene promessa in sposa appena quattordicenne a Luigi XVI, il futuro re di Francia. Nonostante la sua riluttanza, la giovane si trasferisce a Versailles, ma non riuscirà mai ad entrare in sintonia col popolo francese che in primis, non le perdona il fatto di essere straniera, così allo scoppio della Rivoluzione, quando Maria Antonietta si schiera dalla parte dell'aristocrazia, una volta catturata, sarà condannata dal tribunale rivoluzionario alla ghigliottina.

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