Distillati Municipali


Mediterranea

Roma splendente
d’oro e di schiavi
la sua antica bellezza
sulle pietre si specchia
ma la città così grigia
grida la sua pena.
Prelati, prezzolati
calpestano la strada
da qualche parte
una mano lava l’altra
sampietrini stanchi
di pesi arroganti
e passaggi di sangue
croci, millenni.
In via dei martiri
cade un povero cristo
ma Roma barocca
gli sbatte in faccia
la sua stanca arroganza.

Millenaria hai visto passare
oro, sangue, potere
ora i nuovi posti alla moda
e la moderna esistenza
si nasconde tra i muri
la tua dolce dolcezza
consumata, comprata, confusa.
E i gatti fuggono dai temporali
e sembrano sapere
un mistero sfuggito agli umani.

Roma oscura
pezzi di borgo
che s’allenano al denaro
dammi una cura
qualcosa di vero
nel volgare andazzo
a braccetto dell’apparire
si omologa un tutto di nulla
cosa resta, cosa è rovina?
Qualcuno guarda nella notte
Roma stanca come una puttana.

Sulla Salaria c’è il sale
dell’età verde di una rumena
cosce lunghe come l’odore
della pelle di una nera
un giro di giostra su un uomo
ch’è ormai donna
succhiare il ventre
di chi ha irreali labbra.
Fretta, brama e denaro
non hanno tregua
svelti i soldi girano
di mano in mano
stanco il mio cuore
tra tanti solo sulla strada.
Si sporcano di seme
i loro stivali, li laverà la pioggia
consumati i miei stivali
li luciderà la pioggia.
Mentre all’alba Roma stanca
rifà il trucco alla sua bellezza.

Daniele Mattei


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ROMA CULTURA Mensile di Immagini, Suoni e Scritture
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