SOLSTIZIO


Da caligine ottusa piomba un corpo
Che si stempera al fuoco piano piano.
Bacio d’assenzio, canto di cicala
Per un turbine atteso e alfine giunto.
Morbo d’avorio, tasto di fontana
Su per anfratti sagoma latèbre
Di speranze sognate e nella notte
Centellina carezze sul mio seno.
Questo è un amore senza reticenze
Con un fioco cinismo e dolci sguardi
Dove ritrovo gioventù e piacere
Per solstizi lontani che ho perduto.

Ayres Cenni
da FINALE, PRESTO
Antonio Stango Editore
Roma, 2004