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 Valentino: l’imperatore alla costante ricerca della bellezza, tinta di  rosso Valentino, l’ultimo imperatore è il documentario  diretto da Matt Tyrnauer, corrispondente  speciale per la  rivista di moda “Vanity  Fair”, al suo esordio sul grande schermo.Il film è stato prodotto negli Stati Uniti ed è uscito a  marzo del 2009 nelle sale cinematografiche americane riscotendo un enorme  successo di pubblico e critica tanto da essere eletto primo documentario  dell’anno; in Italia le proiezioni sono iniziate alla fine di novembre e il  film, distribuito dalla casa cinematografica Medusa, è stato proiettato –  purtroppo – solo in alcune sale e non nelle principali. Dico purtroppo perché  questo film è un interessante e coinvolgente percorso lungo gli itinerari  personali e professionali di uno degli italiani più famosi nel mondo: Valentino  Clemente Ludovico Garavani, per tutti ormai semplicemente Valentino.
 Le macchine da  presa hanno instancabilmente seguito lo stilista per ben due  anni, dal 2005 al 2007,  fino all’ultimo  atto della sua celebratissima carriera che ha coinciso con il suo ritiro dal  mondo della moda.
 Nel luglio del 2007 è uscito di scena “l’ultimo imperatore”,  l’uomo che ha tinto di rosso le passerelle di tutto il mondo e che ha  accarezzato e impreziosito con i suoi splendidi abiti le donne più belle e  potenti del pianeta.
 L’uscita di scena di un imperatore esige solennità e quella  di Valentino ha lasciato il segno.
 L’occhio indiscreto di Matt Tyrnauer ha seguito e catturato la preparazione dei festeggiamenti  per la celebrazione dei 45 anni di carriera di Valentino, un evento che ha avuto luogo a Roma,  organizzato fin nei minimi dettagli per essere il più fastoso e magnificiente  nella storia della moda.
 Era dagli anni ’90 che Valentino non mostrava le sue collezioni  a Roma e non poteva festeggiare in modo migliore la sua sfavillante carriera se  non con un ritorno a casa, nella città che lo ha visto nascere – è in via  Condotti, nel 1957, che Valentino apre il suo atelier dando vita alla casa di  moda Valentino S.p.A.– e dalla quale ha preso il volo, un volo che lo ha  portato sempre più in alto, fino a diventare “l’ultimo imperatore” della stile.
 Chi, se non un imperatore, può salutare e congedarsi dal suo  mondo nientemeno che con un documentario che lo ritrae alle prese con il suo  lavoro e con i suoi affetti, nei momenti di soddisfazione e di sconforto, di  rabbia e di tenerezza?
 Le macchine da presa fanno luce sullo stilista e sul suo  mondo, un mondo fatto di passione per la moda, di pignoleria, di istrionismo, di  eleganza, di costante ricerca della bellezza e della perfezione.
 Il protagonosta indiscusso attorno al quale tutto ruota  vorticosamente è Valentino ma al suo fianco, nel film come nella vita, è sempre  presente  Giancarlo Giammetti, compagno,  amico fedele, socio, imprenditore che collabora con lui dal 1960.
 Il regista Matt  Tyrnauer, in occasione della conferenza stampa di presentazione in Italia del  film, ha descritto così la coppia Garavani-Giammetti: “due persone che si amano  e che insieme costruiscono un impero, cambiano il mondo della moda, definiscono  quello che poi si chiamerà il ‘made in Italy’, diventano delle icone di Roma,  degli ambasciatori dello stile italiano e di un Italia più moderna nel mondo”
 Le scene del film più toccanti e divertenti sono proprio  quelle che ritraggono insieme lo stilista e il suo inseparabile compagno.  Indimenticabile è il litigio in lingua francese, con Valentino che si infuria  perché Giammetti ha scelto una scenografia desertica per una collezione di  abiti straordinariamente romantica ed esclama “Perché non hai portato anche i  cammelli? Sei pazzo!”. Anche i momenti di ira e di insoddisfazione si tingono  di un rosso colmo di classe e di eleganza, il “rosso Valentino”.
 Valentino, The last emperor è un film che merita di essere  visto, specialmente da noi italiani che dovremmo essere fieri di essere  rappresentati, nel mondo, da un imperatore della moda e dello stile che, con  ironia e orgoglio, in una delle scene del film sussurra ad un intervistatore:  “Apres moi, le deluge”.
 Linda Fratoni
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