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Il sesso dei neonati: la CIA indaga

Pubblicati recentemente sulla rivista Biology Letters i risultati di un’analisi condotta per dieci anni dalla CIA sul numero di neonati maschi e femmine nel mondo. Per la prima volta, i dati mostrano in maniera inequivocabile che la frequenza della nascita di femminucce è, sia pur leggermente, superiore nei paesi a clima più caldo rispetto a quelli a clima freddo.
In verità, calcolando su scala globale, è noto che il numero totale di maschi è leggermente maggiore di quello delle femmine. Infatti, su scala mondiale i maschi rappresentano il 51.3 % di tutte le nascite. Questa discrepanza viene in genere spiegata col fatto che gli spermatozoi maschili sono leggermente più mobili di quelli femminili, poiché il cromosoma y che portano ha dimensioni ridotte rispetto al cromosoma femminile x.
Nella maggior parte dei paesi tropicali osservati, tuttavia, questo scarto è ridotto: ad esempio, i maschi sono solo il 50,2% alle isole Mauritius, il 50.7 % in Liberia, il 50,5% alle Bahamas. Nella Repubblica Centroafricana, addirittura, il rapporto si inverte: in questo paese il numero di neonate è leggermente superiore a quello dei maschietti.
Gli studiosi avanzano varie ipotesi per spiegare questo fatto: una possibilità è che l’effetto sia causato dall’ormone melatonina, che viene prodotto sotto l’effetto dei raggi solari. È noto che i topolini di campagna e criceti siberiani partoriscono più femmine in estate, quando il giorno è più lungo,  rispetto all’inverno: in questi animali, la melatonina sembra indurre variazioni nella percentuale dei nati dei due sessi.
Si possono però immaginare altri tipi di meccanismi: le maggiori temperature potrebbero aumentare la sopravvivenza o la mobilità degli spermatozoi femminili, oppure favorire l’attecchimento degli embrioni femmina, oppure proteggere questi embrioni dalla eventualità di essere abortiti nelle primissime fasi dello sviluppo.
“C’è sicuramente qualcosa che accade – dice il dottor T. Uller dell’università di Oxford – ma è impossibile dire per certo cosa.”
Per chiarire la questione, la CIA avrà ancora parecchio lavoro da fare.

Marta Baiocchi

Bibliografia: New Scientist, Aprile 2009


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