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Pirro Ligorio
LIBRI DELLE MEDAGLIE DA CESARE A MARCO AURELIO COMMODO
Con saggio introduttivo di Patrizia Serafin Petrillo
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Roma Gianicolo: L’attesa ripagata

L’utilizzo dei mezzi pubblici a Roma comporta una certa incognita nell’attesa, ma con l’870 che dal periferico Trullo conduce al centrale ponte Vittorio, è un’attesa che viene ripagata con l’attraversamento del Gianicolo. Un panoramico spettacolo che si apre a Monteverde per concludersi a piazza della Rovere (lungotevere Gianicolense).

Il Gianicolo, detto anche Montorio - monte d'oro per il colore giallo della sabbia di cui è costituito -, divenne completamente pubblico quando nel 1883 i principi Corsini vendettero allo Stato e al Comune le proprietà sul colle e il versante orientale che degrada verso il Tevere e dove ora si trova l'Orto botanico, al quale si accede da via Corsini.

Un luogo quello del Gianicolo che racchiude la memoria garibaldina della difesa, nel 1849, della Repubblica Romana dalle truppe francesi, ma che già al tempo di Re Anco Marzio era considerato strategico per il controllo della riva destra del Tevere e di Ponte Sublicio.

Un tratto che inizia con il costeggiare le mura Gianicolensi, all’altezza di via Giacomo Carini, per arrivare a porta san Pacrazio, con il museo dedicato alla Repubblica Romana, e scendere per un brevissimo tratto via Garibaldi, alla prima a sinistra s’imbocca il viale alberato a senso unico della passeggiata del Gianicolo.

Un “tunnel” boschivo sulla cui sinistra c’è una fontanella ricavata da un sarcofago con due bocchette metalliche per l’acqua, addossata al muro di sostegno, in blocchi di tufo, dei giardini di Villa Aurelia dell’American Academy in Rome, mentre sulla destra il pendio che scema verso Trastevere è occupato dall’Orto botanico.

Poco prima di trovarsi sul piazzale dove svetta il monumento equestre a Giuseppe Garibaldi, realizzato da Emilio Gallori, nel prato sulla sinistra si vede la statua bronzea a Righetto, simbolo dei ragazzi caduti in difesa della Repubblica Romana nel 1849.

Oltre il prato di “Righetto” il viale alberato in senso contrario, con la cosiddetta "Casa di Michelangelo" che cela un serbatoio, costruito nel 1928, interrato all'interno del bastione e che solo nel 1941 viene completato con la facciata del palazzo ritenuto il domicilio romano dell'artista. Una facciata salvata dalla demolizione, conseguente ai lavori intrapresi sul colle capitolino per far posto al Vittoriano. Di fronte alla “Casa di Michelangelo” il monumento in bronzo a Ciceruacchio, opera dello scultore siciliano Ettore Ximenes, per omaggiare il patriota della Repubblica Romana Angelo Brunetti e immortalato da Nino Manfredi nel film “In nome del popolo sovrano”, regia di Luigi Magni.

Nel piazzale Giuseppe Garibaldi, oltre ad essere uno dei luogo più suggestivi e gratuiti per vedere Roma nel suo splendore è anche dove ogni giorno un colpo a salve di cannone segnala mezzogiorno (che erroneamente si vuole in ricordo alla breve vita della Repubblica Romana del 1849) e dal quale si può riconoscere una serie di luoghi come ad esempio il Campidoglio, il Pantheon e Trinità dei Monti.

Sul lato opposto del panorama su Roma “dentro” le Mura, il terrazzo, sotto al quale si snoda la strada delle mille curve, sull’interminabile tappeto di vegetazione che si allunga sino a san Pietro.

A corollario del luogo i busti di chi ha dato la vita per la Repubblica Romana, per poi scendere per un rettilineo, lasciando sulla destra villa Lante, sede finlandese della rappresentanza diplomatica presso la Santa Sede e dell'Institutum Romanum Finlandiae, che domina dall’alto Regina Coeli. A sinistra il monumento equestre di Anita Garibaldi, realizzato in periodo fascista dallo scultore Mario Rutelli e collocato sull’omonimo piazzale dove si affaccia la Scuola Materna Comunale in stile Montessori, subito dopo la romantica fontanella del Faro.

Prima di affrontare il primo tornante ecco sulla destra il Faro regalato a Roma dagli italiani d’Argentina, poi la quercia del Tasso ed ecco la discesa con il secondo tornante che porta all’ospedale pediatrico Bambin Gesù.

Di fronte al Bambin Gesù, sotto la Quercia del Tasso, con un piccolo teatro del 1619; un sarcofago utilizzato a fontanella e una meno esaltante parcheggio dell’Ama.

una fontanella del 1925 è decorata con una lira e una spada, simboli della poesia epica, che si riferiscono al suddetto piccolo teatro.

Si scende ancora e un nuovo terrazzo su Roma ci fa scoprire Castel sant’Angelo e la chiesa di san Luigi dei Fiorentini che sembra quasi di poter abbracciare, una strettoia in discesa modello andino ed ecco sulla sinistra la scalinata dell’ingresso conventuale di sant’Onofrio, con le decorazioni ispirate alla storia dell’anacoreta Onofrio, realizzate dal Cavalier d'Arpino in occasione del giubileo del 1600, luogo suggestivo ammirato da Goethe e Chateaubriand, laddove Torquato Tasso trovò rifugio e riposo.

Scivolando tra mura e bastioni pontifici, con un bus di dimensioni ridotte che facilita la guida in un percorso fatto per chi non soffre di mal d'auto, si arriva finalmente, con via della Lungara, a Trastevere.

 

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IL SOLE DOPO LA CURVA

Scendi e curva
svolta ed ecco
disegnando la silhouette
del cipresso e del pino
la sfera ridente
ti offre il buon giorno

Stagliato nel cielo limpido
assorbito nella mattutina
foschia e dalle acque del fiume

Scendi e svolta
e sulla lunga scesa
tra un romanico e un barocco
l’arancione disco
dominando colli e cupole
rinnova l’augurio

2 febbraio ’97


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