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UN SECOLO DI STORIA DEL CINEMA VA IN SCENA CON "I VESTITI DEI SOGNI" AL MUSEO DI ROMA PALAZZO BRASCHI

 

 

Chi, come me, è rimasto affascinato dal film "La grande bellezza" non potrebbe essere accolto in modo migliore. Entriamo e ci troviamo di fronte al fiabesco mantello blu indossato da Sabrina Ferilli nelle sue oniriche passeggiate romane. Subito dopo a farci l'occhiolino è una delle sgargianti giacche da "gagà" che hanno contribuito a rendere Toni Servillo lo stravagante ed eccentrico Jep Gambardella. E' così che capiamo immediatamente di aver appena iniziato un vero e proprio viaggio nel cinema attraverso la storia del costume cinematografico italiano. Un viaggio che si snoda tra le sale dell'incantevole Palazzo Braschi, affacciato su Piazza Navona.

"I vestiti dei sogni – racconta il direttore della Cineteca di Bologna e curatore della mostra Gian Luca Farinelli – è divisa in due parti: percorso principale e collezione permanente. Quest'ultima è la parte più libera, in cui abbiamo scelto di collocare i costumi in un dialogo ispirato ai dipinti esposti nella collezione di Palazzo Braschi. (...) Il percorso principale, invece, porta avanti il racconto di un secolo di scuola italiana. Si snoda nelle prime dieci sale, ha un suo coronamento nel salone dedicato alla Sartoria Tirelli – a cui abbiamo dato carte blanche, per festeggiarne il cinquantenario, nella scelta degli abiti e dei film da rappresentare – e si chiude con la stanza dedicata agli incantevoli abiti di Milena Canonero per Marie Antoinette, nel cuore dell'esposizione permanente. I nomi sono i grandi, gli imprescindibili: Caramba, Vittorio Nino Novarese, Gino Carlo Sensani, Piero Gherardi, Piero Tosi, Danilo Donati, Gabriella Pescucci, Maurizio Millenotti, Milena Canonero, Pier Luigi Pizzi, Gitt Magrini."

Un lungo percorso dalle dive del muto ai giorni nostri, tra le creazioni dei grandi maestri e dei grandi atelier. Splendidi abiti che si animano davanti ai nostri occhi circondati dai capolavori esposti al museo oppure immersi nelle immagini cinematografiche che scorrono proiettate sullo sfondo per ricreare contesto e atmosfera, senza mai prendere il sopravvento sui veri protagonisti della mostra: i vestiti dei sogni. A rendere il tutto ancora più suggestivo è l'allestimento luci affidato a Luca Bigazzi e realizzato da Mario Nanni.
Bigazzi, tra i più apprezzati direttori della fotografia del panorama contemporaneo, in occasione della conferenza stampa ha dichiarato che "illuminare i costumi del cinema italiano, che sono i migliori del mondo, è un'impresa difficile (…) Abbiamo usato delle luci molto poco 'consumanti' (…) Ogni sala occupa circa 20 watt di consumo elettrico e sono molto fiero di questo risultato, dovuto a Mario Nanni e alle sue straordinarie invenzioni che per me è un onore poter usare".

La mostra è stata presentata alla stampa il 16 gennaio dall'assessore Claudio Parisi Presicce, Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali, e dal curatore Gian Luca Farinelli, Direttore della Cineteca di Bologna. Ad accogliere i giornalisti al momento della visita in anteprima è stata Sandra Milo che, raggiante e visibilmente emozionata, si è definita "orgogliosa di questa mostra, dell'amore che ancora c'è per il cinema" e del lavoro di Gian Luca Farinelli che "ama e difende la cultura e il cinema". Mentre Sandra Milo offriva alla stampa i suoi sorrisi e i suoi ricordi, dietro di lei campeggiava l'immagine scelta per la locandina della mostra che la raffigura mentre dondola sull'altalena in "Giulietta degli spiriti" di Federico Fellini. Raggiante allora come oggi.

La mostra "I vestiti dei sogni" sarà a Palazzo Braschi fino al 22 marzo con oltre cento abiti originali, decine di bozzetti e una selezione di oggetti, come le scarpe di Totò in "Uccellacci e Uccellini", la parrucca di Donald Sutherland in "Il Casanova", il cappello di Monica Bellucci in "N – Io e Napoleone" e tanti altri preziosi tasselli che contribuiscono a comporre la grande storia del cinema.



Linda Fratoni
gennaio/febbraio 2015

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