| Chieti: una visita al Guerriero                   Anni fa (1997) mi recai a Chieti  e dopo aver ottenuto le dovute autorizzazioni, mi cimentai nel riprendere, attraverso  disegni e pastelli, il Guerriero di  Capestrano che aveva stimolato la mia curiosità soprattutto per la sua  ieraticità. È infatti una delle opere monumentali dell’arte italica compresa  nel Museo Archeologico nazionale d’Abruzzo di Chieti.La stessa atmosfera di anni  passati l’ho ritrovata nel visitare oggi (2013) il rinnovato Museo di Chieti.  Ospitato in una villa neoclassica fatta costruire dal barone Frigerj intorno al  1830, passò allo Stato nel 1959 divenendo l’attuale sede del Museo  Archeologico.
 Ma volendo parlare delle opere  contenute nel Museo, farei un torto e un grossolano errore se mi concentrassi  solo ed esclusivamente sulla nota scultura del VI secolo a.C. eseguita in un  unico blocco o monolito di calcare. Infatti il Museo conserva sculture  funerarie di età arcaica (VII – VI sec. a.C.). È in quest’ambito che viene  esposto il Guerriero di Capestrano, unico esemplare arrivato a noi completamente  integro. Raffigura un capo guerriero proveniente dal territorio dei Vestini,  indossando armi e oggetti di ornamento. Ma come dicevo poco fa, oltre al famoso  Guerriero, sono esposte sculture che provengono dal territorio abruzzese.  Significativa è la statua colossale di Ercole della zona delle Terme di Alba  Fucens. Siamo ancora al piano terra che comprende una parte della raccolta  numismatica della Soprintendenza Archeologica dal IV sec. a.C. al XIX sec. d.C.
 Personalmente non sono un cultore  di numismatica e spesso ho notato che il pubblico va velocemente avanti per  vedere altro. Se posso azzardare un consiglio, questa esposizione, articolata  in dodici vetrine con pannelli esplicativi, va vista anche senza soffermarsi su  ogni singola moneta; dedicare, infatti, un po’di tempo a questo tipo di  espressione artistica serve per meglio comprendere i vari fenomeni storico-economici  dell’Abruzzo.
 Il Museo comprende anche la  collezione Pansa. Archeologo, avvocato e storico italiano, per ben nove anni  sindaco di Sulmona. Nella sua collezione, giunta in donazione al Museo nel  1954, figurano gioielli di età imperiale, vetri soffiati e oggetti del mondo  femminile. Passando oltre, il Museo comprende anche testimonianze del popolo  italico dei Vestini Transmontani della provincia di Pescara e di Penne; dei  Vestini Cismontani dell’altopiano di Navelli, tra i massicci del Gran Sasso,  della Maiella e della catena Velino-Sirente. Inoltre sono conservate sculture,  bassorilievi, vasellame e altro dei Peligni nei territori di Scanno, Popoli,  Cansano, Sulmona e altri luoghi; i Marruccini e i Carricini compresi nei  territori della Maiella sud-orientale e del mare Adriatico, comprendente anche  la stele di Guardiagrele.
 Insomma c’è da divertirsi in  questo rinnovato Museo, perché anche se ho visto in altri Musei archeologici  oggetti simili, qui se vogliamo passare il nostro tempo per comprendere al  meglio il territorio abruzzese, riusciamo a trovare tutte quelle fonti e  informazioni utili all’accrescimento della nostra Cultura.
 Cospicua visita per chi lo vuole. |