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Musica nello Spazio

Dal 23 Febbraio al 6 Aprile scorsi si sono tenuti presso Technotown, a Villa Torlonia, quattro incontri sul tema della Musica nello Spazio, per esplorare secondo diverse interpretazioni il legame tra la musica e la ricerca e l'esplorazione dello spazio e dell'universo.
I quattro incontri, ognuno tenuto da un relatore diverso, hanno presentato punti di vista decisamente differenti che hanno contribuito a rafforzare l'importanza che la musica ha non solo in tutte le attività umane, ma in particolare anche in campo tecnico/scientifico.

Paolo D'Angelo, giornalista e storico dell'astronautica, ha presentato il rapporto umano tra voli spaziali e musica, notando come la musica abbia dapprima fornito un occasionale sottofondo alle attività degli astronauti, per poi diventare un protagonista di spicco nel rapporto tra astronauti e pubblico, come hanno dimostrato le ultime missioni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

Roberto Orosei, dell'Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (IAPS/INAF), ha descritto il legame tra gli antichi astronomi e la musica, passando poi a illustrare come la musica si sia prestata ad accompagnare le scoperte e le ricerche in campo astronomico, sia nella realizzazione di video per il pubblico, sia mediante la traduzione di dati scientifici in suoni che gli scienziati possono usare per analizzare uditivamente grandi quantità di informazioni, ma che musicisti hanno usato per trarre ispirazione alla composizione.

Ettore Perozzi, fisico che lavora presso il centro NEO dell'ESA, ha fornito al pubblico un'interessante coincidenza tra la musica rock e l'astronomia per poi illustrare, attraverso una 'playlist' di brani appositamente selezionati, il legame tra ogni brano ed un argomento relativo all'esplorazione dello spazio, o del cosmo. Con l'apprezzamento dei molti ragazzi presenti, la presentazione ha toccato temi come il pericolo presentato dai meteoriti e dai piccoli asteroidi, l'astronomia fatta mediante il telescopio spaziale, un ricordo di Yuri Gagarin, le incredibili immagini di Vesta, ed altro ancora.

Enrico Flamini, capo-scienziato dell'Agenzia Spaziale Italiana, ha toccato nell'ultimo incontro temi filosofici relativi a come la musica sia proprio un elemento caratterizzante della specie umana, al punto da includerla nel più importante messaggio dell'umanità alle stelle, cioè la registrazione che ognuna delle due sonde Voyager reca a bordo nel suo viaggio al di fuori del sistema solare.

All'incontro ha partecipato anche il Quartetto Sharareh che ha eseguito due dei brani contenuti nel disco del Voyager ed ha accompagnato dal vivo un video sulla storia della missione appositamente realizzato per l'incontro.

Il ciclo di incontri, realizzato in collaborazione con Technotown, è stato organizzato dalla Sezione Italiana della British Interplanetary Society, con il patrocinio dell'Agenzia Spaziale Italiana e dell'Istituto Nazionale di Astrofisica.

Per maggiori informazioni sulle attività di Technotown: www.technotown.it

Per maggiori informazioni sulle attività della Sezione Italiana della British Interplanetary Society: www.bis-space.com/international/italy

 

aprile 2013

 

 

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