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RAI, Radiotelevisione Italiana, presenta…

La RAI ha aperto la nuova stagione calando sul tavolo verde del palinsesto autunnale un tris d’assi vincente: Nardone, Caruso, Tortora.

Tre uomini che hanno segnato la storia, tre vite “speciali” che la RAI ha saputo portare abilmente sul piccolo schermo dando vita a tre fiction che hanno catturato l’attenzione del pubblico.

Il compito di dare avvio alla nuova programmazione è stato affidato il 6 settembre a Il commissario Nardone, interpretato da Sergio Assisi, un attore che anno dopo anno sta dando prova di un’eccellente capacità recitativa: perfetto nei panni del ragazzo scanzonato e “sciupafemmine”, intenso e coinvolgente in ruoli più impegnati.

Nella fiction dedicata al commissario Nardone, che ci terrà compagnia per sei puntate, Sergio Assisi veste i panni del commissario napoletano, nato nel 1915 e morto nel 1986, che negli anni Quaranta è stato costretto a trasferirsi a Milano e a svolgere la sua attività in quella città così lontana e così diversa dalla sua Napoli. Un commissario “sui generis” che ha cambiato radicalmente il rapporto tra cittadini e forze dell’ordine dando vita alla prima squadra mobile, portando i poliziotti a contatto con la gente e creando il numero di emergenza 777, antesignano dell’attuale 113.

Al fianco di Sergio Assisi due figure femminili estremamente diverse tra loro ma entrambe intriganti e magnetiche: Giorgia Surina, donna autonoma e moderna che si innamora e sposa il commissario, e Anna Safroncik , la prostituta numero uno della città che diventerà sincera amica e fidata informatrice di Nardone. Nella  squadra del Commissario spicca l'accigliato Muraro (un bravo ma poco sfruttato Luigi Di Fiore), il giovane Rizzo (Ludovico Vitrano), il perspicace Spitz (Francesco Rizzo) e il temerario e problematico Suderghi (Stefano Dionisi). Sulla strada del commissario, un abile fotografo nonché voce narrante (Giampiero Judica), uno scaltro e ambiguo barista (Manlio Dovì), un questore opportunista (il sempre perfetto Franco Castellano) e lo spietato killer Bosso (Giuseppe Soleri), che diventerà il nemico principale del commissario Nardone.

Un cast ben assortito per una fiction ben riuscita che trova in Sergio Assisi un commissario Nardone estremamente convincente.  

Il secondo asso calato da mamma RAI è stato Caruso. La voce dell’amore che ha portato davanti alla macchina da presa il bravissimo ed empatico tenore Gianluca Terranova, nel ruolo del protagonista, alla sua prima esperienza televisiva. La sua inesperienza nella recitazione cinematografia è stata controbilanciata dalla sua ricca carriera lirica che lo ha portato sui palcoscenici dei teatri più importanti d’Italia e del mondo, come – solo per citarne alcuni – il  Teatro dell'Opera di Roma, l'Arena di Verona, il Teatro La Fenice di Venezia, il Teatro alla Scala di Milano, il San Carlo di Napoli, l'Opera di Los Angeles, l’Opera di Francoforte, il Grand Theatre di Shangai, l'Opera Australia…

A chi si chiede perché sia stato affidato proprio a Gianluca Terranova il ruolo del protagonista, il regista Stefano Reali spiega che “un tenore come Caruso, così fisico e carnale, non poteva essere interpretato da una star ordinaria perché la gente l’avrebbe riconosciuta e la fiction sarebbe risultata una finzione.” E’ per evitare questo che è stato scelto il bravo Gianluca Terranova che, come ha affermato lo stesso Stefano Reali, “ha le caratteristiche di Caruso non solo da un punto di vista fisico ma anche vocale”. Il protagonista, infatti, “doveva essere un vero tenore per riuscire a restituire quell’autenticità di respiri, di postura, di violenza…”. E così è stato. Gianluca Terranova è riuscito a far arrivare dritto al cuore degli spettatori emozioni forti con la sua splendida voce e il suo sguardo particolare, capace di trasmettere passione, grinta ed energia ma anche smarrimento, tristezza e solitudine. Non era facile interpretare un personaggio dalle mille sfaccettature, una vita sempre in corsa divisa tra carriera e privato. Da un lato lunghi viaggi, luci, applausi ed eccezionali successi, dall'altro l’uomo, le difficoltà, le scelte, spesso difficili,  le passioni. Una sfida che Gianluca Terranova ha vinto portando anche la RAI alla vittoria, nella “battaglia” a colpi di share.

Infine, a completare il tris d’assi made in RAI, è arrivato sul piccolo schermo Il caso Enzo Tortora. Dove eravamo rimasti? la miniserie diretta e interpretata da Ricky Tognazzi che ha riportato all’attenzione del grande pubblico l’assurda vicenda giudiziaria che, all’apice della carriera, ha strappato il famoso presentatore alla sua vita per condurlo in carcere, accusato ingiustamente di essere membro della Camorra e trafficante di droga. Una vita che, come scrive in modo efficace il giornalista Vittorio Pezzuto, è stata spezzata in due: l’una fatta di applausi e l’altra di sputi. Ed è proprio al libro di Vittorio Pezzuto Applausi e Sputi. Le due vite di Enzo Tortora e al libro Fratello segreto di Anna Tortora che è liberamente ispirata questa miniserie coprodotta da RAI Fiction e Italian International Film.

Il merito di questa fiction è stato quello di approfondire anche il lato più intimo e personale di Enzo Tortora. La sofferenza di un uomo e della sua famiglia che, travolti da una profonda ingiustizia, hanno lottato senza sosta, rimanendo sempre uniti, alla ricerca della verità. Dall’arresto con l’accusa di appartenere alla Nuova Camorra Organizzata, alla detenzione in carcere, dalla lunga ed estenuante battaglia legale per affermare la propria innocenza fino alla pronuncia della sentenza di assoluzione. E sullo sfondo di questo drammatico percorso di vita, durato incredibilmente tre lunghi anni, alcuni dei momenti più salienti della sua carriera professionale e della storia della televisione.

Il Commissario Nardone
, Caruso. La voce dell’Amore, Il caso Enzo Tortora. Dove eravamo rimasti?: un inizio in grande stile per la RAI che, come sancito nella Carta dell'informazione e della programmazione a garanzia degli utenti e degli operatori del Servizio pubblico radiotelevisivo, “si impegna a migliorare la qualità della fiction, ancora in parte condizionata dalla produzione estera e troppo spesso incentrata su fatti di violenza, incentivando la produzione di programmi di autori italiani di diversa ispirazione narrativa”. Un impegno che si sta dimostrando concreto e che speriamo continui, costante e prolifico.


ottobre 2012

Linda Fratoni


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