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Indovina chi c'É a Palazzo Braschi?

Naturalmente è lui, il nostro indistruttibile e sempre presente Michelangelo Merisi detto il Caravaggio; stavolta ci appare con un suo grande dipinto, mt .3,80x2,85, avente per soggetto la “Resurrezione di Lazzaro” normalmente esposto nel Museo Regionale di Messina ed eccezionalmente a Roma dove è stato restaurato a cura dell'Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro; rimarrà a Palazzo Braschi fino al 15 luglio p.v. poi tornerà alla sua sede abituale.

A Palazzo Braschi è esposto nel Salone d'Onore appena restaurato ed aperto al pubblico unitamente all'attigua Cappella neoclassica del Valadier.

Il Caravaggio dipinse il quadro tra il 1608 e il 1609 proprio a Messina dove era giunto nel corso delle sue peregrinazioni. Nato a Milano nel 1573 ivi iniziò la sua attività pittorica della quale però non abbiamo alcuna documentazione, intorno ai venti anni giunse a Roma dove cominciò lentamente ad affermarsi conquistandosi pian piano importanti commissioni  da parte di famiglie nobili, alti prelati, chiese e ordini religiosi; la Cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi, la Cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo, la Madonna dei Pellegrini in Sant'Agostino, i dipinti per il Cardinal del Monte, per i Principi Giustiniani, per il Cardinal Nipote Scipione Borghese gli assicurarono vasta notorietà. Ma oltre che il genio pittorico il Merisi aveva anche un pessimo carattere, collerico, arrogante, spavaldo, attaccabrighe fu spesso coinvolto in risse ed altri fattacci di cronaca subendo vari provvedimenti giudiziari a cui sempre sfuggì grazie all'influenza dei suoi potenti protettori. Ma nel 1606 nel corso di una partita di pallacorda si scontrò, forse per motivi di gioco forse per precedenti rancori personali, con un altro tipo rissoso, tal Ranuccio Tomassoni, e lo uccise con un colpo di spada. Dovette fuggire prima nel basso Lazio nei feudi dei suoi amici Colonna poi a Napoli dove lasciò opere insigni ed infine a Malta dove fu accolto a braccia aperte dai Cavalieri di San Giovanni; su commissione del Gran Maestro dipinse la “Decollazione del Battista” per la Cattedrale di La Valletta e fu nominato Cavaliere onorario.

Trovò comunque modo anche lì di avere contrasti e finì in prigione da cui evase, o fu fatto evadere, fuggendo a Siracusa dove dipinse  il “ Seppellimento di Santa Lucia”, passò poi a Messina e vi lasciò l'”Adorazione dei Pastori” e la “Resurrezione di Lazzaro” ed infine a Palermo dipingendo la “Natività”. Si spostò poi a Napoli dove fu gravemente ferito da sicari dei suoi nemici; guarito e sempre fidando nel perdono papale che gli avrebbe permesso il sospirato ritorno a Roma continuò a supplicare i suoi protettori dipingendo forse la sua ultima opera “ David e Golia” dove effigiò se stesso nella testa mozza del Filisteo. Giunto a Porto Ercole sempre in attesa del perdono vi morì per cause imprecisate il 18 luglio 1610.

Il quadro con la “Resurrezione di Lazzaro” fu dipinto per commissione del mercante lombardo Giovan Battista Lazzari per la chiesa dei Padri Crociferi e li rimase fino alla sua destinazione museale. Il decorso del tempo e forse qualche difetto nella stesura dei colori aveva compromesso la leggibilità del quadro che ha subito nel corso dei secoli alcuni restauri fino all'ultimo, durato sei mesi, a cura dell'Istituto Centrale. Il dipinto presentava un diffuso ingiallimento dovuto a deterioramento di vernici protettive stese in precedenti restauri a cui si sono aggiunte microfratture della pellicola pittorica, il restauro ha ripristinato il forte contrasto di luci ed ombre e la drammaticità della scena con la diagonale del corpo di Lazzaro che si staglia in primo piano con le braccia spalancate mentre  sulla sinistra appare la maestosa figura di Cristo  avvolto in un mantello scuro con il braccio teso ed un dito puntato sul morto che resuscita. Di contorno numerose figura tra cui, come in altri dipinti, si distingue la figura barbuta del pittore.

Il restauro è stato supportato dalla società Metamorfosis che ha finanziato l'allestimento della mostra, in collaborazione con Zetema, ed il successivo trasporto a Messina.

 

Caravaggio
La Resurrezione di Lazzaro
dal 16 giugno al 15 luglio
Roma
Palazzo Braschi (p.zza San Pantaleo)
orario:
da martedì a domenica
10,00/20,00
lunedì chiuso

Catalogo:
Palombi Editori

 

 

 

Roberto Filippi
giugno - luglio 2012

 

 

 

 

 

 

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