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Madonna con Bambino al Museo di Palazzo Venezia

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È stato presentato presso il Museo di Palazzo Venezia il restauro di una statua lignea di Madonna con Bambino realizzato a cura della Fondazione Paola Droghetti. La scultura, a tutto tondo il che esclude che fosse inserita in una nicchia, è alta 86 cm. misura che permette di poterla attribuire all’arredo di una chiesa di modeste dimensioni. Di certa datazione trecentesca è per stile attribuibile all’area del Centro Italia, appare per la prima volta nel 1916 negli inventari di Castel Sant’Angelo dove per opera dell’infaticabile Generale Borgatti, direttore per molti anni, era stato costituito un museo parte militare e parte di arte medioevale. In quell’anno, in conseguenza della I Guerra Mondiale, Palazzo Venezia sede dell’Ambasciata Austriaca fu confiscato e vi furono trasferite molte opere d’arte provenienti da Castello tra cui, nel 1920, anche la nostra Madonna. Si trattava di reperti spesso di oscura origine, donazioni, frammenti di demolizioni, sculture e dipinti da zone occupate del Veneto o salvati dalle rovine provocate dal terremoto della Marsica del 1915. La nostra statua è ben articolata e formata, è in legno di pioppo il cui interno è stato svuotato ed è costituita da undici parti assemblate con perni metallici, il tutto dipinto da un artista di qualità. Particolare cura è stata dedicata al vestiario della Madonna e del Bambino, la prima indossa una tunica rossa e un velo di tipo orientale chiamato “marphorium”, color porpora, il Bambino invece indossa una inconsueta tunica rosso arancio, è calzato e tiene le mani come se in origine reggesse qualcosa, forse un piccolo globo. Nel corso dei secoli, fino al 1970, la scultura è stata sottoposta a numerosi interventi che hanno più volte mutato i colori degli abiti  per esigenze di restauro o per seguire mode del momento; il manto è stato rosso, bianco, blu. Il restauro promosso dalla Soprintendente Rossella Vodret e curato da Gisella Capponi, Direttore dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, Laboratorio di Scultura Lignea Policroma, è partito inizialmente con un trattamento anti tarli continuando poi con la rimozione delle ridipinture e riadesione di parti pittoriche non ben aderenti e pulizia generale, sono stati trattati gli elementi metallici che permettevano l’assemblaggio delle varie parti e si è provveduto alla stuccatura delle lacune e alla loro reintegrazione per una migliore fruizione estetica, per ultimo è stata applicata una vernice finale protettiva. Le varie operazioni hanno permesso di restituire alla scultura, normalmente esposta nelle sale del Museo, una piena leggibilità scientifica ed una piacevole veste estetica. Il restauro è stato completato dalla pubblicazione di un agile catalogo di circa cento pagine, editore Gangemi, che inquadra la statua nel contesto della produzione lignea trecentesca, ne narra la pur breve storia ed esamina dettagliatamente le varie fasi dell’intervento manutentivo.

gennaio 2012

Roberto Filippi

 

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