Newsletter
Redazione
Informazioni
Contattaci
Editore
hochfeiler
facebooktwitter youtube
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Patrocinio di
Municipio Roma 16
Società Dante Alighieri

 

L'AVANGUARDIA DELLA RICERCA IN ITALIA: ROMA E PROVINCIA 

La spesa per le attività di ricerca, a Roma e provincia, è prossima al 20% della spesa nazionale; il personale occupato supera le 30.000 unità. Questo dispiego di risorse corrisponde al fatto che a Roma hanno sede il CNR e l’ENEA, per citare soltanto i maggiori istituti di ricerca, e che le Università romane sono le maggiori in Italia per numero di iscritti e laureati. È inoltre rilevante la presenza di poli tecnologici di riconosciuto livello.

Per entrare nel merito a Roma e provincia tra pubbliche e private hanno sede 10 università italiane e 25 straniere. I centri di ricerca del Lazio hanno quali cardini il CNR e l’ENEA, che,  assieme ai laboratori universitari e agli oltre 20 consorzi universitari con sede principale in Roma, costituiscono la base della ricerca del Lazio

È quindi inoppugnabile che Roma, sotto il profilo della ricerca. dispone di una forza d’urto imponente. La stragrande maggioranza dei ricercatori afferisce al settore pubblico e ciò che non sarebbe un gran male se non si dovesse rilevare il cronico distacco tra il mondo della ricerca e quello delle imprese, con la conseguenza che gli esiti delle attività di ricerca, che in alcuni casi appaiono economicamente appetibili, non trovano poi l’impresa partner con cui capitalizzare il lavoro svolto. È un problema cronico nel quale si dibatte tutta la ricerca italiana che, ribadiamo, è in larga misura finanziata dallo stato. Problema cronico e noto, al quale peraltro non si è riusciti a porre rimedio in modo apprezzabile. 

In altri paesi avanzati le cose funzionano in tutt’altro modo, come evidenzia la tabella che segue (fonte PNR 2011 – 2013).
 
INVESTIMENTI PER LA RICERCA (in % sul PIL)

 

SETTORE PUBBLICO

IMPRESE

ITALIA

0,56

0,55

UE 27

0,65

1,2

UE LEADERS

1,04

2,43

GIAPPONE

0,74

2,39

USA

0,68

1,87

Per UE LEADERS si intendono quei paesi dell’Unione Europea, come Gran Bretagna, Germania, Francia, Svezia ecc, che hanno una particolare vocazione alla ricerca.

Che dire leggendo il dato sugli investimenti per la ricerca delle imprese italiane? Dato catastrofico? No, cerchiamo di essere ottimisti e diciamo dunque che abbiamo ampi spazi di miglioramento.  

Se si vuole, ma forse è il caso di dire che si deve uscire da questa situazione di stallo, che in un ultima analisi significa spreco di cervelli e di risorse materiali, è necessario chiederci quali ne siano le ragioni.

A nostro avviso le ragioni fondamentali sono due. La prima e più grave è legata al fatto che le grandi imprese hanno una scarsissima vocazione alla ricerca, preferiscono “comprare” il prodotto finito, cioè l’innovazione, all’estero, votandosi così alla dipendenza tecnologica, piuttosto che investire i Italia, rendendosi responsabili di quella che definiamo “inefficienza sistemica della ricerca”. Aggiungiamo che a seguito delle privatizzazioni questo fenomeno si è ulteriormente dilatato. E la ragione è ovvia. Il ritorno a breve termine dei capitali investiti non può essere garantito dalla ricerca, i cui tempi di risposta sono di medio periodo e non breve come invece si vorrebbe.
La seconda ragione è di natura strutturale. Intendiamo cioè riferirci al fatto che il 97% delle imprese italiane ha meno di 10 dipendenti (in media 4), e pensare che queste imprese possano investire in ricerca è, ci si perdoni, insensato.

Spesso, quasi sempre, si evidenzia il fatto, peraltro reale, che la ricerca è in Italia polverizzata, con inutili duplicazioni di attività e quindi sprechi.
Tutto ciò è certamente vero, ma è la conseguenza della inefficienza sistemica della ricerca, perché se il rapporto ricerca – impresa funzionasse in modo accettabile, queste carenze troverebbero fisiologicamente soluzione.

Allora? Possiamo consentirci di sprecare i 30.000 cervelli della ricerca romana? Che fare?
Nei prossimi numeri vi proporremo le ricette che abbiamo metabolizzato attraverso il dialogo con alcuni dei protagonisti della ricerca italiana e rappresentanti delle piccole imprese.

 

settembre 2011

g. patruno

 

roma interactive

musei roma