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QUEL GIORNO DI SETTEMBRE DI DIECI ANNI FA

Sono passati dieci anni da quell’11 settembre che ha modificato le priorità dei Governi e le necessità dei popoli. Non tutti i Governi avevano le stesse priorità e non tutti i popoli avevano le stesse necessità.

Chi gridava vendetta e chi voleva capire: ora la vendetta è stata compiuta, con l’esecuzione di Bin Laden e rimane il comprendere gli effetti che ha avuto il crollo delle Twin Towers sul quotidiano degli statunitensi, ma anche sul resto del Mondo, e il perché di tante difficoltà burocratiche per riconoscere ai numerosi soccorritori le diverse patologie contratte a seguito delle polveri respirate a Ground Zero.
Le migliaia di poliziotti, pompieri e volontari che si sono alternati nel soccorrere i superstiti prima e, successivamente, nel recuperare i corpi o solo le esili tracce delle quasi tremila vittime sono ora infatti malati di tosse cronica e forti emicranie.

È la vita dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime che Alessandro Gisotti, giornalista e redattore del Radiogiornale di Radio Vaticana, racconta nel libro 11 Settembre. Una Storia che Continua (Effata’ Editrice) e come questa vita è cambiata. Una serie di testimonianze, raccolte a New York e Washington: storie di dolore, coraggio e speranza che mostrano come il terrorismo abbia fallito, perché la voglia di vivere e soprattutto la voglia di non dimenticare sono più forti della paura di morire.

Nel 2002 viene realizzato il film 11’09”01 – 11 September, con 11 cortometraggi di altrettante nazionalità, composto da episodi della simbolica durata di 11′ 09″ ed 1 fotogramma ognuno, per complessive 2h.10.

Due anni dopo è Ulrich Baer a raccogliere il contributo di numerosi scrittori newyorkesi come Paul Auster, Lydia Davis, Samuel Delany, Vivian Gornick e Jessica Hagedorn, per pubblicarlo in 110 Stories: New York Writes After September 11 (New York University Press). Il titolo è un richiamo ai 110 piani di ciascuno dei due grattacieli del World Trade Center.

Numerosi sono stati anche i servizi giornalistici, come quelli della Rai (Rai News 24, RaiStoria e Ulisse) e il recente speciale La Storia siamo noi (andato in onda a partire dal 25 agosto e per i due giovedì successivi) che hanno ripercorso la cronologia degli eventi e offerto le testimonianze di familiari e sopravvissuti.

Anche la Rete offre occasioni di riflessione sulla tragedia o rende onore ai protagonisti: il sito della Digital Collection raccoglie una numerosa documentazione, mentre il sito National 9/11 Memorial Museum informa sui progetti ma offre anche l’opportunità agli artisti di porre nela bacheca un ricordo degli eventi del 9/11.

Tra tanto rispetto non manca chi mette in discussione l’accaduto, gridando all’inganno e al complotto.

Il National 9/11 Memorial Museum ha anche collaborato con National Geographic nella realizzazione di due libri per commemorare la tragedia dell’11 settembre.
Allison Blais e Lynn Rasic, del National 9/11 Memorial Museum, hanno scritto il primo libro A place of rimembrance (Il luogo del ricordo) da cui è stato tratto anche un breve video di Jon Stewart, mentre il secondo libro, Memory Remains: 9/11 Artifacts at Hangar 17 (Rimane la memoria), è un reportage fotografico realizzato da Francesc Torres nell’hangar 17, luogo dove sono conservati i pezzi del WTC, accompagnato dal contributo scritto di Jerry Adler e di Clifford Chanin, direttore ad interim del settore Istruzione del Memorial Museum dedicato alla storia dell’hangar e all’importanza dei resti.

Quel giorno di settembre è stato anche l’occasione per i visionari complottisti per ipotizzare mille scenari cospiratòri, vagheggiando l’autoattentato o magari l’azione estrema di una lobby immobiliare, che ha visto nella “demolizione” dei due grattacieli l’opportunità di realizzare lauti guadagni nella successiva ricostruzione, ma queste sono meno che teorie, solo ipotesi, analizzate e confutate grazie all'inchiesta condotta da Popular Mechanics, pubblicata poi nel libro 11 Settembre I miti da smontare, di David Dunbar e Brad Reagan (Terre di mezzo – Altraeconomia, 2007), .

Alle analisi e ai ricordi si affianca, per il decimo anno dagli attentati delle Twin Towers, anche la tecnologia, con il ripristino nel panorama di Manhattan delle immagine delle torri, orientando lo smartphone nella direzione in cui sorgevano e dove le Freedom Tower prenderanno il loro posto.

La piattaforma web Kickstarter sta cercando di sviluppare, se riuscirà a raccogliere i fondi necessari, una nuova applicazione, da un’idea di Brian August, che ha realizzato 110 Stories per iPhone e Android; l'applicazione permetterà anche agli utenti di caricare le loro fotografie, mettendole a disposizione del web e condividendole via Twitter e Facebook. Il progetto proseguirà con una seconda fase, e cioè la realizzazione di una serie di installazioni, anche grazie alle foto inviate dagli utenti, in 110 punti da dove una volta si potevano vedere le torri.

Un piccolo rimedio per chi ogni giorno vede un vuoto nello skyline della città, utile anche per chi non ha mai visitato New York, che permetterà un virtuale viaggio indietro nel tempo, sopperendo all’assenza dei due grattacieli, da 110 piani ciascuno, dall’orizzonte newyorkese.

Il mondo del fumetto porta il suo contributo all’anniversario, con le personali letture della tragedia date da artisti come Art Spiegelman, Lorenzo Mattotti, Joe Sacco, Bilal, Plantu, Muñoz e Sampayo, raccolti nella pubblicazione Dodici settembre, l’America dopo (Rizzoli – Lizard). La mostra Cities of New York, una raccolta di fotografie e video-installazioni, è l’omaggio romano, presso la Centrale Montemartini, all’11 settembre, con le opere di artisti che hanno saputo cogliere gli aspetti di New York nella vita quotidiana.

In quell’11 settembre non fu solo New York ad essere colpita, ma anche il Pentagono, del quale in quello stesso giorno del 1941 iniziarono i lavori per la costruzione, e un altro aereo si schiantava a Shanksville in Pennsylvania, grazie al coraggio dei passeggeri e dei membri dell’equipaggio che non permisero ai terroristi di raggiungere il loro obiettivo a Washington.

 

settembre 2011

Gianleonardo Latini

 

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